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Pd senza pace

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EugenioPatanè è invece il nuovo presidente. Le due elezioni sono state ratificate dall'assemblea congressuale riunita ieri all'Aran Mantegna Hotel. Miccoli, della mozione Bersani, è stato eletto con 8.986 voti su 12.328 (73%). Patanè (sostenuto da veltroniani, Gasbarra, Gentiloni, Di Carlo e dal gruppo di Fioroni) si è fermato al 16,55%, mentre l'altro candidato Orlando Corsetti (espressione dei popolari di Lucio D'Ubaldo), ha ottenuto un ragguardevole 10,5%. L'elezione di Miccoli, tuttavia, non riporta unità e armonia nel Pd capitolino. La componente che fa capo a Riccardo Milana, inizialmente schierata con Miccoli, ha infatti abbandonato il congresso rinunciano agli incarichi di direzione e segreteria. «Questo congresso è l'epilogo di una vicenda che dura da mesi e che assesta un duro colpo alla componente non Ds», dichiarano Milana & Co. che denunciano: regolamento non condiviso, congresso caratterizzato da scarsa partecipazione e sensibilità rispetto alle problematiche della città, forte penalizzazione di percorsi culturali diversi dall'esperienza ex ds. Per il senatore D'Ubaldo «Miccoli doveva stravincere e invece nei circoli si è fermato al 73%: una maggioranza non coincidente con le attese del gruppone zingarettiano. Dopo aver esteso l'accordo con la componente di Patanè, l'Assemblea l'ha eletto presidente con 80 astenuti su 400 delegati e con 31 schede bianche e nulle. Il gesto della componente di Milana apre un'ulteriore falla nella maggioranza di Miccoli, palesando un limite di autorevolezza e di tenuta politica. Ci vuole un sussulto di responsabilità. Il congresso non può finire al suono di una improbabile Cavalcata delle Walkirie, anche se questo finale eccita i teorici di un partito a mero consumo interno».Dan. Dim.

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