La violenza nasce in casa

Èquanto si evince dai dati di Telefono Rosa, l'organo comunale che si occupa di fornire assistenza legale e psicologica alle donne in difficoltà. Nel corso del 2010 l'organizzazione ha fatto registrare 212 telefonate da utenti unici, ma secondo le informazioni elaborate in collaborazione con i Carabinieri e il commissariato di Polizia, si stima che i casi di violenza o molestie nei confronti delle donne sia superiore ai 1000. Questi dati rappresentano un aumento del 10% rispetto a quelli relativi al 2009. Altissima la percentuale dei casi di violenza in famiglia. Telefono Rosa stima che il pericolo per la donna arriva fra le mura domestiche addirittura nel 68% dei casi, mentre buona parte del restante 32% e riferibile comunque a relazioni già presenti all'interno della sfera affettiva della vittima, come ad esempio rapporti con compagni ed ex, spasimanti o conoscenti. «Questo perché – spiega Amelia Ciampa, responsabile di Telefono Rosa Civitavecchia – la nostra è una città piuttosto tranquilla a livello di microcriminalità. Ciò fa sì che la percentuale dei casi di violenza domestica cresca. Molto preoccupante è il fenomeno dello stalking: da quando è stato introdotto il reato, gli episodi aumentano mensilmente. Anche perché le donne pian piano prendono coraggio e si rivolgono a noi, come alle forze dell'ordine». Ad oggi, le denunce per il solo stalking sfiorano le 100 al mese. Dietro i freddi numeri, ci sono storie difficili. Storie di donne che spesso non trovano il coraggio di denunciare i soprusi di cui sono vittime. Francesca, 31 anni, sta provando a rialzarsi, dopo aver rischiato tanto, fino a temere per la propria vita. «Ho convissuto con un uomo un po' più grande di me per due anni – racconta la donna – All'inizio andava tutto bene. Poi lui ha iniziato ad avere problemi lavorativi ed è andato in depressione. Solo che ha cominciato a sfogarsi su di me. Improvvisamente è diventato gelosissimo, se mi vedeva parlare con qualcuno si arrabbiava tantissimo. Dopo ha iniziato ad alterarsi per qualsiasi cosa. Fino a quando non ha cominciato ad alzare le mani. Mi sentivo in colpa. Pensavo di non essere in grado di stargli vicino. Quando la situazione è diventata insopportabile ho cercato di lasciarlo. Mi tartassava di telefonate, mi seguiva, mi pedinava, mi minacciava. Era diventata un'ossessione. Poi ho avuto il coraggio di denunciarlo. E l'incubo è finito. Oggi sto bene io e, a quanto so, sta meglio anche lui, dopo essere stato in cura per molti mesi». Il Telefono Rosa a Civitavecchia presta un servizio preziosissimo per le donne. Istituito nel 1988 con delibera del Pincio, il servizio comunale può contare sull'apporto di 20 donne, fra psicologhe, dottoresse e avvocati, oltre ad alcune segretarie. Tutte rigorosamente volontarie. «Purtroppo – afferma Amelia Ciampa – le ristrettezze economiche del Comune hanno portato gli amministratori a toglierci la sede di via Giusti. Speriamo che il servizio possa essere salvato, perché è troppo importante per le donne del territorio».