Vita da lumache
Avevano promesso che avrebbero paralizzato la città. Ci sono riusciti. Gli studenti hanno manifestato da mattina a sera e gli automobilisti hanno passato l'intera giornata intrappolati nel traffico. Polizia e carabinieri hanno blindato il Centro. I vigili urbani hanno chiuso la Ztl ed è stato il caos. A convincere i romani a mettersi al volante anche la pioggia. Come se non bastasse, ci si è messo pure lo sciopero dei macchinisti della metropolitana, con le linee ferme dalle 11 alle 15. Insomma, volenti o nolenti, ieri per spostarsi bisognava prendere l'auto o il motorino. Il sindaco Alemanno si è difeso: «Lo sciopero dei mezzi pubblici non si poteva evitare perché siamo di fronte a una situazione di forte tensione e difficoltà». Anche i tram sono rimasti bloccati dai manifestanti, come a Largo Argentina all'ora di pranzo invasa da un fiume in piena (secondo le stime delle forze dell'ordine circa 10mila ragazzi). I movimenti degli studenti erano imprevedibili, con i vigili costretti a correre dietro ai serpentoni impazziti che ogni ora cambiavano obiettivo. Un primo corteo è partito alle 10 dalla Sapienza e ha attraversato piazza dei Cinquecento, via Cavour, Fori Imperiali e piazza Venezia. Altri migliaia di studenti, partiti da Roma Tre, hanno mandato in tilt le strade dall'Ostiense alla Bocca della Verità. I cortei si dividevano e si ricompattavano di continuo. Nel primo pomeriggio se ne contavano cinque. A mezzogiorno i due tratti del lungotevere, da Testaccio al Flaminio e da Porta Portese a Prati, erano un'unica distesa di lamiere e marmitte fumanti. Chi arrivava dalla Colombo, una volta raggiunta Caracalla, veniva dirottato sul lungotevere trasformato nell'imbuto di un traffico impazzito. In certi punti era perfino impossibile passare da un lato all'altro del Tevere. Ad esempio, chi arrivava da piazza Trilussa e voleva attraversare il ponte Palatino trovava i vigili che lo spedivano a Porta Portese. Per fare neanche un chilometro, da Testaccio a Lungotevere de' Cenci ci voleva più di un'ora. Migliaia di romani hanno perso un'intera mattinata di lavoro. I vigili sono stati costretti a bloccare con almeno due pattuglie gli incroci di accesso alla Ztl. «Un giorno così non si era mai visto - ricorda Massimiliano, incolonnato da un'ora e mezzo sul lungotevere - Dal Circo Massimo all'Isola Tiberina ho impiegato 45 minuti quando in genere ce ne metto cinque». E c'è chi si è sfogato contro la disorganizzazione: «Hanno chiuso strade che era ovvio lasciare aperte - accusa Donatella - Ma come si fa a non prevedere tutto questo?». Anche le ambulanze si sono ritrovate nel pantano. «Non capisco perché non hanno studiato percorsi alternativi», chiede Sabina. Alessia da più di un'ora è ferma sul lungotevere de' Cenci: «Vengo da Velletri e devo andare a trovare mia figlia ricoverata al Bambino Gesù, non so come fare». I vigili hanno cercato di rasserenare gli animi tra il frastuono dei clacson: «Non ci possiamo fare nulla, non ci sono vie di fuga». Le strade hanno iniziato a bloccarsi a macchia d'olio, da Prati a San Giovanni. Nel pomeriggio un corteo, dopo essere stato disperso al Pantheon, si è ricompattato lungo Corso Vittorio Emanuele con lanci di carta igienica contro le vetrine. Centinaia di studenti si sono riversati sul lungotevere Marzio e poi di nuovo in via Tomacelli fino a via del Corso. Intanto un altro corteo ha paralizzato il Muro Torto. E, dulcis in fundo, alle 17,30, è toccato a Termini, con i binari della stazione presidiati militarmente dai manifestanti.