TORNANDO A CASA PER NATALE, di Bent Hamer, con Trond Fausa Aurvag, Sarah Bintu Sakor, Reidär Sorensen, Nina Andresen - Borud, Norvegia, 2010. Natale in Norvegia.
Lospunto sono sei racconti di uno scrittore norvegese poco noto qui da noi, Levi Henriksen, portati sullo schermo da un suo connazionale, Ben Hamer, già invece da tempo conosciuto e apprezzato per alcuni film di impegno, anche quelli, spesso, in cifre di solitudine, come "Kitchen Stories" e "Il mondo di Horten", con l'eccezione di "Factotum", da un romanzo di Charles Bukowsky, poco riuscito forse perché frutto di una trasferta americana in climi e cornici del tutto estranei. Eccoci invece oggi di nuovo a casa. Incontriamo un padre triste che si traveste da Babbo Natale solo per poter abbracciare i suoi bambini che una moglie divorziata non gli fa più vedere. Più in là c'è un ex campione di calcio diventato un barbone alcolizzato che, prima di morire, va a salutare a Natale una donna molto amata in passato. Mentre un'altra donna, innamorata di un uomo sposato, capisce, proprio in quella notte, che l'amante non lascerà mai la moglie per lei. Con un mezzo sorriso quando ci si dice di uno studentello che, pur di stare un po' insieme con una compagna di scuola musulmana, le svela, mentendo, che, anche se è cristiano, lui il Natale non lo festeggia. E con un sorriso più aperto, invece, quando un medico, disamorato dei suoi, aiutando una profuga a mettere al mondo un figlio, riscopre quel senso della famiglia di cui ormai era privo. Due spiragli con un po' di luce anche se, nel suo insieme, quella notte in cui si vorrebbe "tornare a casa" è, se non buia, certo grigia per tutti. Così almeno Hamer ce la racconta, con modi asciutti, anche quando si fanno avanti i sentimenti, privilegiando quasi sempre l'alluso se non addirittura il non detto. Con una narrazione, di conseguenza, sempre spedita e fluida nel rapido trascorrere da un episodio all'altro. Gli interpreti lo seguono. Tutti con le facce giuste.