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La maratona non basta a far quadrare i conti

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.E la bagarre dentro e fuori l'aula non ne è che la conferma. Al di là dello slittamento dei termini, l'assestamento infatti andava approvato entro il 30 novembre, il vero problema è che si tratta di una manovra «rigida». In altri termini i soldi a disposizione sono pochi: 29 milioni per la spesa corrente e 193 per gli investimenti. Briciole. Per questo il maxi emendamento della maggioranza è stato ritirato e verrà rimodulato in commissione. Il documento, oggetto di un'accesa riunione in piena notte con l'assessore Leo, avrebbe alzato la spesa corrente a più di 30 milioni e a oltre 200 milioni per gli investimenti. Uno «sforamento» che, pur non essendo eclatante, le casse capitoline non possono permettersi. A questo si è aggiunto poi l'ostruzionismo dell'opposizione che non ha ritirato neanche uno degli oltre tremila emendamenti presentati. Per queste ragioni nella tarda mattinata di ieri la maggioranza ha fatto cadere il numero legale, rinviando a oggi la seduta decisiva. Diversa, e opposta, la lettura sull'accaduto. Per la maggioranza la mancata approvazione nei termini previsti dalla legge è dovuta a un «ostruzionismo inaccettabile da parte dell'opposizione - ha commentato il sindaco - Si tratta di un problema molto serio: al termine dell'assestamento mi confronterò con il capogruppo del Pd in Campidoglio Umberto Marroni, perché se continuiamo su questa strada non facciamo l'interesse dei cittadini». Per l'opposizione, invece, si tratta «dell'ennesima mancanza del numero legale dovuto alle defezioni nei ranghi della maggioranza - ha commentato lo stesso Marroni - a sottolineare la confusione che regna nella maggioranza, il maxi emendamento ritirato in fretta e furia. Quanto avvenuto mostra con evidenza che anche nella maggioranza c'è una forte critica all'operato della giunta». La prova del nove, in ogni caso, è attesa per oggi.

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