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A scuola di rifiuti operatori in trincea

Operatori ecologici smistano i rifiuti differenziati

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C'è una città che produce rifiuti completamente riciclabili e una città che continua a gettare l'immondizia in modo indifferenziato. La prima fa sì che nulla vada disperso e che i rifiuti organici (alimentari e vegetali) vengano trasformati in fertilizzanti e concimi. La seconda, invece, continua a produrre il cdr (combustibile da rifiuti), le famose ecoballe, che finiscono negli inceneritori. Solo la prima è la vera raccolta differenziata che separa il cibo dai rifiuti non riciclabili (questi ultimi sono ad esempio pannolini, assorbenti, giocattoli, piatti e bicchieri di carta). Il materiale organico finisce nell'impianto di compostaggio di Maccarese che trasforma cibo e legno in fertilizzante e concime di altissima qualità. Ad oggi, questo tipo di differenziata coinvolge 420 mila romani e si distingue in tre tipi: porta a porta (Colli Aniene, Decima, Massimina, Villaggio Olimpico, Trastevere e Torrino sud), differenziata con i punti mobili di raccolta (Tuscolano-Don Bosco, Appio Tuscolano, Marconi, Aurelio-Irnerio, Prati Fiscali e Laurentino) e il sistema misto porta a porta e su strada (Aventino, San Saba e Testaccio e Centro storico). Questi sono i quartieri che contribuiscono a portare la raccolta differenziata al 21,1%. Un dato aggiornato a giugno. Se si conta che in estate si sono aggiunti i sei nuovi quartieri con i punti mobili di raccolta e 250 mila persone, il dato è destinato a salire sensibilmente. L'obiettivo del Campidoglio è toccare quota 35% entro il 2014. Per estendere la differenziata al resto della città serve un importante investimento in termini di personale e di impianti. Alemanno, consapevole dello sforzo economico necessario, ha chiesto alla Polverini ulteriori investimenti per 12 milioni di euro all'anno. Ci sono ancora più di due milioni di persone (senza contare i non residenti) che ancora seguono il vecchio modello di raccolta differenziata, quello con i tre cassonetti: bianco per la carta, blu per la plastica e verde o grigio per l'indifferenziata. Il materiale non riciclabile prende due strade: o viene trasformato in cdr per poi essere bruciato negli inceneritori di San Vittore, Colleferro e Malagrotta, o finisce direttamente in discarica. Il sistema virtuoso, quindi, è quello delle sei zone della città dove è stata avviata la raccolta con i punti mobili. Il Laurentino 38 e via Cesare Pavese fanno parte di queste zone. I camioncini dell'Ama arrivano ogni mattina alle 5,30. Effettuano la raccolta in tre turni: fino alle 7,30, dalle 7,30 alle 9 e dalle 9 alle 10,30. I cittadini portano qui i loro rifiuti organici (scarti di cibo e vegetali) e li consegnano direttamente agli operatori che, dopo averli controllati, li buttano nella camionetta. I residenti, in cambio, ricevono altri sacchetti biodegradabili da utilizzare la prossima volta. Ormai si è instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia. «La mattina presto c'è anche chi ci porta il caffè - racconta Maria Cristina, operatrice Ama di 44 anni - spesso però sbagliano a dividere i rifiuti. Troviamo contenitori di yogurt, plastica e fili e altri materiali non riciclabili. Noi siamo qui proprio per aiutare a differenziare nel modo corretto». Ma ci vorrà almeno ancora un anno prima che il nuovo sistema venga assimilato, spiegano i tecnici dell'azienda capitolina. «Non c'è ancora la cultura di dividere i rifiuti - racconta Piero che abita in via Marinetti - Molti di noi non rispettano gli orari e buttano i rifiuti per strada. La mattina, quando arrivano i mezzi dell'Ama, la via è piena di sacchetti». E c'è chi propone di prolungare l'orario di raccolta: «Il sistema è studiato bene ma i mezzi dovrebbero restare in strada tutto il giorno», chiede Orlando. Il problema è che ogni «punto mobile» ha bisogno di due operatori che controllino che la divisione dei rifiuti sia fatta in modo corretto. E con le attuali forze in organico è praticamente impossibile garantire un servizio che copra tutto l'arco della giornata. Alle 10,30 le camionette vanno a gettare i rifiuti nelle cosiddette macchine madri. Sono i camion più grandi che partono alla volta di Maccarese. Dove i rifiuti diventeranno concime.

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