A lezione da McEwan
diGABRIELE ANTONUCCI In occasione della prima italiana di «For You» al Teatro Olimpico, opera in due atti musicata da Michael Berkley su libretto di Ian McEwan, lo scrittore inglese ha incontrato gli studenti della Facoltà di Lettere della Sapienza. McEwan è uno dei più importanti scrittori inglesi contemporanei e anche il suo ultimo romanzo «Solar», pubblicato in Italia da Einaudi, è entrato nella top ten di vendite di molti paesi europei. Tante le curiosità e le domande che gli studenti hanno rivolto allo scrittore; naturalmente la prima riguardava il suo «debutto» nel mondo dell'opera lirica, con la scrittura del libretto di «For You». «È stata una nuova partenza - ha sottolineato Mc Ewan - Non avrei mai scritto questo libretto se Michael Berkley non avesse insistito per venticinque anni. Quando scrivo gioco ad essere il mio Dio, scegliendo i personaggi, le situazioni e persino le condizioni meteo. Un'opera, invece, è di proprietà del compositore, è una tavolozza colorata in cui gli spazi bianchi sono importanti quanto le parole. Mi sono limitato a mettere a disposizione più colori possibili». All'ipotesi di collaborare in futuro con altri musicisti, McEwan sembra decisamente contrario: «Quest'opera è nata grazie alla mia amicizia con Michael - precisa l'autore - Non mi sarei fidato di lavorare con altre persone, con lui avevo la certezza di essere in buone mani. Le cose, a volte, accadono semplicemente per caso, così come succede nei rapporti amorosi». McEwan ha poi toccato il tema del rapporto tra arte e vita, centrale in «For You» così come in molti suoi romanzi. «Secondo me la questione centrale è se agli artisti concediamo regole diverse, perdonando tutto, o se debbano seguire le medesime regole dei comuni mortali. Molti artisti sono stati persone assai sgradevoli. La mia è una visione antiromantica, anche l'artista deve essere immerso completamente nel mondo, con le sue regole etiche e sociali». Inevitabile anche un passaggio sul suo rapporto personale con la musica, del quale lo scrittore si dichiara «un appassionato ascoltatore, che spazia dal blues elettrico al rock, anche se il mio grande amore è per la musica classica, in particolare per Bach. Non so più quante volte ho ascoltato dal vivo le sue "Variazioni Goldberg"». Alla domanda, un po' impertinente, su quanto ci sia di autobiografico del protagonista del suo ultimo romanzo, non certo uno stinco di santo, McEwan scherza: «Da sempre i personaggi cattivi sono più interessanti rispetto ai buoni, a parte quelli di Tostoj. Il protagonista di "Solar" è stato sposato cinque volte, io sono solo fermo a due e non voglio aumentare».