Veronesi e l'inno alla femminilità nel libro scelto da Letta e Braschi
Ioad esempio, curando le donne da tanti anni, ho imparato moltissimo da loro». Così Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale ed uomo di scienza nel senso più completo del termine, ha introdotto la presentazione del suo libro «Dell'amore e del dolore delle donne» (Einaudi) al Circolo Canottieri Aniene. Ed in effetti protagonista assoluto di questa appassionata narrazione è l'universo femminile in tutte le sue sfumature, dalla gioia piena dell'amore alla scoperta del dolore affrontato sempre con coraggio e tenacia. Stimolato dalle domande della giornalista televisiva Anna La Rosa, Veronesi ha confessato di essere l'unico uomo che può fregiarsi con orgoglio del titolo di «donna ad honorem» attribuitogli da un'associazione femminile. E un'attrice di valore come Nicoletta Braschi ha letto vari passi del libro sottolineando la convinzione di Veronesi che il «futuro è donna». Con grande ironia e profondità si è inserito in questo coro di voci femminili Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ma soprattutto intimo amico di Veronesi, esordendo con delle scuse perché «sono un uomo e un po' stono in questo straordinario consesso dedicato alle donne per parlare di un libro che è un inno alla femminilità». Attraverso le parole di Veronesi affiora nettamente l'origine della sua ammirazione per le donne nella fondamentale figura di sua madre, assolutamente incapace di odiare qualcuno o qualcosa. E la sua inesausta lotta contro il cancro si giova della certezza che «non esiste – ci dice Veronesi – medicina senza solidarietà, né medicina senza amore. Non bisogna mai abbandonare la componente affettiva del rapporto medico-paziente».