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Torna al Bagaglino la banda doc di Pingitore

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Protagonisti,gli immancabili Pippo Franco e Martufello, insieme a Monica Riva, J. Michel Danquin e Francesco Arienzo. Lo spettacolo, racconta Pingitore, «riproduce l'aria da "ultimi giorni di Pompei" della rissa continua della politica italiana. Inevitabilmente, lo aggiorneremo quasi giorno per giorno, soprattutto dal 13 dicembre in poi». Da Caino contro Abele, Osama e Obama, Romolo e Remo, Garibaldi e Briganti, quella portata in scena è una scorribanda tra le grandi risse dell'umanità, fino a quella attualissima tra gli ex alleati Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. La loro fragorosa frattura si riflette (in tutto il secondo tempo dello spettacolo) nel dissidio di una tipica famiglia italiana, che la sera davanti alla tv si ritrova divisa tra il marito finiano, la moglie berlusconiana, un figlio vendoliano e una figlia innamorata solo del successo televisivo. Il tutto senza sosia nè imitazioni, in un ritorno, già da un paio di anni, al «Bagaglino di una volta». Unica deroga, la scorsa stagione, con la caricatura della D'Addario («che venne e tentò di registrare lo spettacolo con videocamera», racconta Franco). Chissà che quest'anno non arrivi quella di Ruby. «L'impressione è che ci sia molta più satira in quest'ottica, anche se stare dietro ai 'grandi, che cambiano idea ogni quarto d'ora, non è facile», spiega Pippo Franco. Con un po' di nostalgia per i tempi di via della Campanella, per amici che non ci sono più come Oreste Lionello, Gabriella Ferri, Mario Castellacci, Pingitore aggiunge: «Credo che la satira dovrebbe essere goduta da tutti, scarnificante, ma senza insulti. Noi così l'abbiamo sempre fatta, senza mai venire censurati e sempre pronti a tornare nella cantina da cui arriviamo». Un ritorno in tv del Bagaglino? «Non lo so, speriamo ce lo chiedano», risponde Pingitore, che sulla satira di oggi in tv, aggiunge: «Corrado Guzzanti e Roberto Benigni sono bravissimi. Se poi in alcuni momenti eccedono, è perchè lasciano trasparire un certo pregiudizio. Uno che fa satira dovrebbe dimenticarsi dell'appartenenza politica e fare battute su chiunque, non contro chiunque. Se uno pensa che attraverso la satira farà la rivoluzione, beh, io non lo credo». E le Iene? «Con tutto il rispetto siamo molto lontani: non sarei mai capace di rincorrere la gente per strada in quel modo».

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