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La Capitale dei cloni

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Una maglietta

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Da Emporio Armani a Emporio Armanini, Dolce & Cababba al posto di Dolce & Gabbana, Coss invece di Boss, Miu e Liu anziché Miu Miu. Sembrano storpiature da comico. Invece sono una sorta di falsi d'autore, imitazioni di griffe made in Italy (e non solo) equiparate a colpi di genio, diventati marchi originali confezionati dai cinesi della Capitale. Le sigle infatti vanno ritenute originali a tutti gli effetti. Sono state depositate e approvate dall'Ufficio brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico. Protagonisti delle alterazioni diventate marchio di fabbrica sono tutti imprenditori cinesi che hanno a Roma la sede legale della loro impresa. Soprattutto nelle zone di Esquilino, Centocelle e Prenestino. Negli ultimi anni gli orientali si sono dati un gran da fare. Nel 2006 all'Ufficio ministeriale sono state presentate 48 domande di riconoscimento del marchio. Tre anni dopo sono state 178. Più del quadruplo. E il novanta per cento riguarda i settori di abbigliamento, scarpe e pelletteria. In alcuni casi la sigla indicata ha suono, ortografia e grafica molti simili a quelli cui si ispira. Qualche esempio. C'è il «Monte Cervino» con la montagna innevata sullo sfondo e la lettera M e i dettagli della Moncler abbigliamento. La «Giorgia Romani» articoli da abbigliamento» scritta con lo stile identifico a «Giorgio Armani». Ci sono gli orologi «Coss» gemelli della griffe «Boss», la card «Easymatic@» sorellastra di «Lottomatic@», «Blue sun collection» dalla fonia assai vicina alla «Blue San abbigliamento». «Monella» a richiamare «Monella vagabonda». Gli orologi «DGiovani» tanto in sintonia con «D&G». Nel 2009 le invenzioni su carta carbone si sono affilate, hanno mostrato più fantasia del solito. E anche qualche audacia in più nella resa grafica del marchio. Eccellente «Emporio Armanini» con al centro la stessa W stilizzata di «Emporio Armani» rispettando la composizione del logo originale bersagliato anche altre volte: con «Emporio Fashion» (la E e la A richiamano lo stilista made in Italy) ed «Eva» (con le medesime somiglianze). Ripetuto, anche se adottato da molti altri e per parecchio tempo, l'incastro tra le lettere maiuscole dela marchio Fendi: anziché rovesciare una delle due F, però, l'imprenditore cinese ha unito F alla E ribaltata: nome per esteso «Euro Fashion». Da ridere «Dolce & Cababba», anche qui scritta allo stesso modo della griffe italiana scimmiottata una seconda volta con «D in G». Con una R in meno «Monkle» si distingue dal pubblicizzato «Monkler». Quasi tenero il suono di «Miu e Liu» che fa eco alla nota «Miu Miu». Leggermente più distante «Mama's» da «Mamas & Papas». Strappa un sorriso la «Paul & Prince». La sigla campeggia su fondo blu come la storica «Paul & Shark». Solo che al centro quest'ultima ha uno squalo e la cinese un pesce spada, sostituito da una barca a vela in un'altra imitazione del marchio. Nella Capitale gli oltre diecimila cittadini dagli occhi a mandorla sono presenti nel settore della ristorazione e superlaboriosi in quello dell'abbigliamento e dei suoi accessori. Le imitazioni delle griffe sono il pezzo che mancava per rendere originale una bella copia.  

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