"Sara e Francesca morte per l'incuria"

Quasi non li riconosci i genitori di Sara Panuccio e Francesca Colonnello, le tredicenni schiacciate da un masso di tufo piombato su cala Rossano il 20 aprile scorso, mentre erano in gita scolastica a Ventotene. Sette mesi dopo la tragedia - 10 indagati, tra cui il sindaco e il capo dell'Ufficio tecnico dell'isola pontina meta di gite scolastiche da tutt'Italia - nemmeno la cerimonia di commemorazione delle due ragazzine nella scuola media Anna Magnani, a Morena, è riuscita a strappare un sorriso a Bruno e Martina, i genitori di Sara, e Maurizio e Vincenza, quelli di Francesca. Ieri mattina - in concomitanza con la perizia della Procura di Latina, depositata qualche giorno fa, che ha accertato che gli amministratori isolani non hanno mai fatto nulla negli ultimi dieci anni per la messa in sicurezza del loro fragilissimo territorio - nel giardino della media dove le ragazzine frequentavano la terza media, sono stati piantati un albero di ulivo e un melograno, «simbolo di pace e rinascita» ha detto la vicepreside Mimma Cucco. Nell'atrio è stata scoperta una targa ricordo. E una borsa di studio è stata promessa dall'assessore Laura Marsilio. C'era anche Athena Raco, sopravvissuta al crollo, ma gravemente ferita,che ha suonato il violino. Presente il presidente del X Municipio, Sandro Medici. Lapidario il papà di Sara, Bruno Panuccio, ha commentato la perizia della Procura di Latina così. «La perizia sembra scritta da me - ha detto Panuccio - perché sostiene quello che sto dicendo da mesi, e cioè che la tragedia non è stata una tragica fatalità, ma la conseguenza delle omissioni sulla messa in sicurezza dell'area sollecitata dalle autorità competenti. E il sindaco di Ventotene, pur indagato - ha aggiunto amaramente- amministra direttamente i 6,4 milioni di euro che la Regione e il Ministero dell'Ambiente hanno stanziato per sicurezza del territorio».