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"Era lui che faceva i giochi brutti"

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Scuolabus a Rignano Flaminio

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Ieri è stato il giorno delle mamme al processo sui presunti abusi sessuali ai danni dei 21 bambini dell'asilo di Rignano Flaminio. E, oltre quattro anni dopo, ha finalmente preso la parola in aula colei che per prima denunciò quelli che poi sarebbero diventati i cinque imputati del processo: le tre maestre, l'autore tv marito di una delle insegnanti e una bidella. Proprio il riconoscimento di questi ultimi due è stato al centro della prima audizione dei genitori nelle sette ore d'udienza al Tribunale di Tivoli. «Sì, mia figlia riconobbe Scancarello guardando il filmino di una comunione. Mi disse mamma, quello è Giovanni dei giochi brutti». Anche «dei tatuaggi della bidella raccontò la bambina», ha aggiunto la prima madre ascoltata, assistita dal legale, Franco Merlino, che si ritiene soddisfatto della testimonianza: «Ha confermato nella sua interezza quanto emerso nel corso delle indagini». Per il difensore di Scancarello, Roberto Borgogno, invece la prima testimone «si è rivelata totalmente inattendibile, figurarsi che non è stata capace di ricordare neanche le circostanze che la portarono a denunciare le presunte violenze su sua figlia di 3 anni. Ci ha ripetuto una sfilza di non ricordo proprio sulle riunioni che fecero tra diverse mamme prima di sporgere denuncia». Ossia quel «contagio dichiarativo tra genitori che ha inquinato le accuse», commenta un altro difensore, Giosuè Bruno Naso. «Ma quale contagio, io sono la prova che non c'è stato - obietta Arianna Di Biagio, vicepresidente dell'associazione genitori - Da 4 anni sono immersa in questa storia eppure mia figlia è sempre rimasta estranea ai fatti che i bimbi non hanno di certo dimenticato». Neanche la terza testimone, la madre che con la sua prima denuncia ha dato il là all'inchiesta ha dimenticato: «Mio figlio dormiva a volte fino al giorno dopo, aveva lividi, fino a quando ci parlò di quei giochi brutti».

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