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Ma la strada della Dolce Vita resta una Cenerentola

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Unavia Veneto "spenta", senza lustrini. Non c'è l'albero simbolo del Natale di fronte l'ambasciata americana che nel '98 venne acceso in contemporanea con quello di New York sulla 5th Avenue. Non ci sono luci sui platani e le magnolie che arrivano fino a piazza Barberini, non c'è musica, zampognari, o Babbo Natale pronti a fare foto. Non c'è neppure più un presidente della storica associazione via Veneto. Ci sono le aiuole trascurate, usate come posacenere. Ci sono i parcheggi selvaggi vicino largo Federico Fellini che è tutto un cantiere, c'è la corsia dedicata ai taxi che una pista di formula uno dove gli automobilisti sfrecciano ad alta velocità incuranti dei pedoni. C'è sporcizia, trascuratezza e incuria. È lo specchio della crisi o la mancanza di un leader battagliero che si fa portavoce dei commercianti e si rimbocca le maniche per vestire a festa la strada di Fellini? Solo sei anni fa l'attuale presidente onorario dell'associazione Rino Lepore regalava il Natale a via Veneto, lo ha fatto per nove anni consecutivi fino al 2004, tra critiche e consensi dei residenti. Dialogava con il Comune che dava un piccolo sostegno, anticipava di tasca propria, ogni anno, circa 100mila euro che raccoglieva dagli sponsor e poi illuminava la strada da porta Pinciana fino a piazza Barberini. Era un trionfo di luci ed eleganza lungo la via; museo all'aperto emblema del cinema degli anni '50, dei ricordi della «bel vie». Anche la Festa del Cinema di Roma appena passata si è dimenticata di via Veneto. «Povera via della dolce vita», è l'unico commento che rilascia al telefono Rino Lepore. «Chi non si ricorda di tutte quelle luci, lo shopping natalizio, il grande albero che lasciava a bocca aperta bambini e visitatori - racconta Franco Miraglia, un residente – ormai non c'è più nulla, via veneto è abbandonata, sta succedendo quello che è accaduto a villa Borghese, via Veneto sta morendo e i turisti si meravigliano che in questa strada buia ci sono gli alberghi più lussuosi della capitale». «Mancano le iniziative – sostiene Enzo D'Adamo, maitre al locale "The Cabiria" – noi curiamo le aiuole a nostre spese, se non addobbassimo i locali non si capirebbe che siamo sotto Natale». Enzo non è l'unico a pensarla così, è quasi tutta la categoria dei commercianti ad essere scoraggiata, delusa, arrabbiata perché via Veneto non invita alle feste come le altre strade di Roma. «Ma è possibile passeggiare e vedere le aiuole e le fioriere piene di cicche! – esclama Antonio, un altro residente – il degrado è arrivato anche in una delle vie più belle della capitale». Gisella, una bella signora dall'accento milanese lancia subito un paragone, ìa Milano è già tutto illuminato – afferma mentre guarda la strada senza addobbi – qui è una tristezza». Federico, un altro commerciante si affaccia sulla soglia del negozio all'inizio di via Veneto, «il 7 novembre era già tutto addobbato qualche anno fa, chissà che sarà successo quest'anno, forse la crisi?». «Via Veneto era luminosa, elegante, gremita dal traffico e da turistià Rino dell'Harry's aveva saputo arricchirsi e godersi la vita. Che superbo, intrigante romano!», della strada della «dolce vita» rimarranno forse scorci di ricordi raccontati in libri come «Variante 11» di Mauro Tamarri o racconti sbiaditi di dive d'altri tempi che la ricordano come la «strada delle stelle».

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