Accattoni all'assalto dei negozi
Venti euro. È la media dell'obolo giornaliero che un commerciante è «costretto» a versare per non avere noia dai mendicanti. Sarà forse per effetto dell'ordinanza del sindaco Alemanno che scoraggia l'accattonaggio ai semafori oppure la crisi che colpisce, indistintamente, tutti. Fatto sta che nelle strade più commerciali della Capitale sta nascendo un nuovo preoccupante fenomeno: quello di chiedere l'elemosina dentro i negozi. Accade a San Giovanni, così come in Prati, quando nelle ore di punta dello shopping un mendicante, spesso extracomunitario, entra nel negozio e con fare succinto inizia a chiedere qualcosa per mangiare. «È un continuo - si sfoga una commerciante di San Giovanni - entrano, distrubano, a volte alzano anche la voce. L'altro giorno uno ha anche rotto gli occhiali a mio marito. Abbiamo paura e così, spesso, preferiamo dare qualche spicciolo, ma a fine giornata se ne vanno anche venti euro». Chiamare le forze dell'ordine non serve. I tempi di intervento sono troppo lunghi e poi, è noto, chi entra in un negozio dove ci sono anche solo per qualche minuto poliziotti, carabinieri o vigili? È andata peggio a un commerciante di Ostia, stavolta i ruoli sono invertiti. Un clochard, italiano, di 31 anni è stato arrestato ieri dai carabinieri per aver aggredito un commerciante che gli aveva negato l'elemosina. I militari hanno trovato il malcapitato, un bengalese, a terra, col volto sanguinante. Il pregiudicato è stato bloccato poco dopo. Deve rispondere di lesioni personali e per porto abusivo di armi bianche: nella tasca dei suoi jeans è stato trovato un coltello di piccole dimensioni. Non è dunque una questione di nazionalità ma di controllo del territorio, soprattutto per quei fenomeni che se aggrediti da una parte rispuntano dall'altra. E l'accattonaggio nei negozi non ne è che l'elementare conferma.