Piove. Traffico e treni in tilt
Le macchine riempiono il piazzale. E Porta Maggiore si blocca. Tutti immobili sotto la pioggia. Sono le 18.15 quando le arterie che conducono alla Porta dell'imperatore Claudio iniziano a intasarsi. Il traffico aumenta. Secondo dopo secondo. Si va a passo d'uomo. La pioggia mette il freno a mano a una circolazione già rallentata. Migliaia di auto convergono da via Prenestina, Tiburtina, Casilina. Passano pochi minuti ed è il caos. La piazza si paralizza. Solo l'acqua che cade dal cielo distoglie la mente dall'idea di trovarsi di fronte a un fermo immagine. Il disagio è totale. Sul posto arrivano i vigili urbani. Col cappello impermeabile tentano di risolvere il disperato tetris per sbloccare l'ingorgo. Sono le 18.30 e non ci riusciranno prima di due ore. E intanto iniziano a partire le lamentale da parte di chi è in attesa dei mezzi pubblici. Ritardano le linee tranviarie 5, 14, 19 e le linee autobus bus 3, 105 e 571. Ma è sulla linea ferroviaria Termini-Giardinetti che si verificano le maggiori difficoltà. I treni partono dalla stazione Laziali e dopo una sosta a San Bibiana devono passare le intasatissime piazza di Porta Maggiore e piazzale Labicano. Nell'ora del caos diventa un'impresa da fanta-traffico. I primi vagoni che alle 18.30 si affacciano alla Porta non passano. Le rotaie, che tagliano a metà lo spiazzale, sono occupate dalle auto ormai quasi in sosta. Dalle ferrovie devono prendere decisione. Velocemente. Lo staff non ci pensa su troppo e decide di chiudere il tratto che porta alla stazione Laziali: i treni che arrivano da Giardinetti si fermano a Ponte Casilino e da lì, dove lo scambio dei binari è possibile, ripartono nel senso opposto. Ridurre la tratta è l'unica possibilità per continuare a garantire il servizio. Ma i romani che arrivano al capolinea Laziali e vedono il display informativo s'infuriano. Sono costretti a camminare sotto la pioggia per centinaia di metri e raggiungere ponte Casilino dove finalmente possono prendere il treno e tornare a casa. Alle 19.30 il traffico non si sblocca ancora. Qualcuno riesce con destrazza a prendere una via d'uscita, magari cambiando completamente rotta rispetto alla destinazione iniziale. Di risultati concreti, però, ancora nulla. Senza contare che dalla periferia prosegue il flusso verso piazza di Porta Maggiore e dal centro storico continua il controesodo che inonda d'auto piazzale Labicano. Alle 20 centinaia di clacson sembrano intonare l'inno stonato della Capitale. Mezz'ora dopo i romani al volante escono dall'incubo. Il traffico torna a scorrere, anche se solo a passo d'uomo. Una consolazione non da poco dopo le due ore choc. Solo alle 21.30 si torna alla normalità.