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Sulla giunta Alemanno Berlusconi chiede il conto

Gianni Alemanno

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Tutti ne parlano ma nessuno dichiara ufficialmente. Segno evidente che la prima vera crisi nel governo Alemanno è realtà e si cerca di risolverla «al buio». Certo è che la dichiarazione di Potito Salatto, coordinatore romano di Generazione Italia (vicina a Fini) a difesa dell'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi, passato da "tecnico" a Futuro e Libertà nei giorni scorsi, rappresenta un punto di non ritorno. «L'assessore Croppi continua a subire aggressioni strumentali da parte di esponenti della maggioranza in Comune, su tutti Storace e Rossin (La Destra ndr). Se Alemanno dovesse dunque avallare questo modo di procedere, per lui saranno dolori: costringerebbe infatti Fli a reagire, a far venir meno al sindaco quel consenso che ancora esiste in noi, all'epoca suoi convinti elettori. Ne nascerebbe una querelle politica in grado di acuire le difficoltà di questa amministrazione, che già di suo stenta a decollare nell'attuazione del programma e nel mantenere le promesse fatte ai cittadini». Più che una difesa, una minaccia. Che arriva dritta al cuore del «problema Croppi». Un assessore finiano nella giunta capitolina, non eletto ma nominato, e senza un gruppo consiliare non piace a nessuno. Gli ex di Fi la vedono come una minaccia e, comunque, ingratitudine. Non a caso nella nota diffusa pochi giorni fa dalla corrente che fa capo al presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto si è ribadito: «Il successo alle elezioni politiche del 2008, le storiche vittorie al Comune di Roma e alla Regione Lazio sono state in larga misura determinate dall'apporto diretto di Berlusconi e del Popolo della Libertà». Sarà per questo che ieri ci sarebbe stato un acceso diverbio proprio tra Cicchitto e Alemanno? Da parte degli ex di An non va meglio. Tenere in giunta l'assessore Croppi rischia di indebolire troppo la componente aennina che ha scelto, praticamente in blocco, il Pdl con e di Silvio Berlusconi. La resa dei conti insomma si avvicina. Gli uomini del premier hanno già chiesto il conto ad Alemanno. Per saldarlo basta quel rimpasto di giunta annunciato da mesi ma non ancora compiuto. Sembra questo l'unico modo di «scaldare i motori per le elezioni», annuncio fatto proprio ieri dal sindaco a margine del vertice Pdl.

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