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Bolle per l'Unicef

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diLORENZO TOZZI Vi sono momenti in cui l'arte assurge a valori ancora superiori a quelli concessi dalla pratica quotidiana. Avvezza ad unire per tradizione spettatori di diversa etnia, razza, lingua, religione, colore della pelle, spesso dedica le sue energie a temi umanitari, prioritari nella sopravivenza dello stesso genere umano, alla cosiddetta convivenza civile. E vi sono artisti che, fuoriuscendo dal loro guscio di narcisistico egocentrismo spesso congenito a chi vive sulle tavole del palcoscenico, riescono a farsi ambasciatori di messaggi, di giuste cause, di problematiche degne di doverosa attenzione da parte dei responsabili politici ed economici del pianeta. È il caso di Roberto Bolle, il grande ballerino scaligero, ormai di stanza anche all'American Ballet Theatre in qualità di principal dancer che da tempo ha accettato di divenire ambasciatore dell'Unicef nel mondo, sensibile al tema della fame e della denutrizione infantile. Stasera sarà in palcoscenico con un nutrito stuolo di colleghi europei in un Gala di beneficenza all'Auditorio di Via della Conciliazione. La serata intende celebrare la Giornata dei Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nella ricorrenza del ventunesimo anniversario della Convenzione firmata da tutti i Paesi del mondo. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 approvò infatti una convenzione che per la prima volta introduceva l'idea del bambino come soggetto di diritti invece che mero oggetto di tutela e protezione, stabilendo così diritti internazionalmente riconosciuti al bambino e vincolando gli Stati a rispettarli. «Quattro anni fa sono stato in Sudan - racconta l'étoile - ed è stata la svolta nella mia vita. Un'esperienza indimenticabile che mi ha messo a contatto con questi bambini che vivono in situazioni precarie e dolorose di impossibilità. Quel viaggio ha lasciato un profondo segno dentro di me e mi ha maturato come uomo. Quel viaggio mi consentì anche da una parte di accendere i riflettori sul problema del terzo mondo, dall'altra di testimoniare come operano gli operatori dell'Unicef nel loro campo di lavoro. La volontà di ripetere quella esperienza mi ha poi portato di nuovo recentemente nel continente nero, nella Repubblica centroafricana dove la malnutrizione provoca la morte infantile». Gli fa eco il presidente dell'Unicef Italia Vicenzo Spatafora: «Bolle è tornato da un Paese in cui 173 bambini su 1000 non arrivano a compiere 5 anni. Un indice di sopravvivenza bassissimo. Oggi possiamo parlare dei diritti dei bambini anche in assenza di una calamità, ma le nostre campagne non hanno solo la missione di raccogliere fondi ma anche hanno finalità culturali. I temi legati all'infanzia sono prioritari. Molto è stato fatto se da 20 milioni nel 2009 i bambini morti sono scesi a 8 milioni, ma molto ancora resta da fare. Ci rallegra però sapere di aver salvato molte vite umane grazie alle nostre campagne umanitarie. I bambini sono tutti eguali e nostro compito è quello di richiamare i governi del mondo alla tutela dei diritti dei bambini». Sensibile al tema si è dimostrato anche il ministro Mara Carfagna, presente alla conferenza di presentazione del Gala moderata con eleganza da Paola Saluzzi. «Nel terzo mondo i bambini rischiano di morire dieci volte di più che nei paesi cosiddetti industrializzati – ha sostenuto il ministro - Venti milioni soffrono oggi di malnutrizione, Per l' infanzia non si fa mai abbastanza. In questa direzione l'Italia è stata sempre in prima fila rivolgendosi al resto dell'Europa». Ghiotto, anche sotto il profilo propriamente artistico, il programma della straordinaria serata di beneficenza. Bolle sarà protagonista di quattro momenti coreografici, dall'erotico e sensuale Don Josè della Carmen di Roland Petit accanto alla scaligera Sabrina Brazzo al passo a due dell'Onegin di Cranko (in programma anche il passo a due del Romeo e Giulietta), dal Grand Pas de Deux ironico e divertente di Christian Spuck al Canone in re maggiore. Accanto a sè Bolle ha voluto sul palcoscenico amici di sempre. danzatori come lui sensibili al tema della sopravvivenza sulla terra e alla tutela dell'infanzia. Tra gli ospiti Alicia Amatrian e Maria Eichwald da Stoccarda, la Boerchenko da San Pietroburgo impegnata nella Morte del cigno fokiniana e altri primi ballerini di altri teatri tedeschi. Coreografie ormai classiche di Fokine, Cranio, Petit o Neumeier (passo a due de La Dama delle camelie) si alterneranno a pagine di gusto più moderno come quelle di Gerald Arpino, Mc Gregor, Brumachon, Bubenicek e Couwenbergh.

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