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John Cabot University Dove osano i capaci

John Cabot University

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C'è uno spicchio d'America nel cuore di Trastevere, la John Cabot University in via della Lungara 233 (un'altra sede è a Lungotevere Sanzio), blasonata università americana fondata nel 1972 ed incorporata nello Stato del Delaware, che anno dopo anno oltre agli studenti provenienti dagli Usa registra un aumento di richieste da parte di italiani. Questi ragazzi provengono sia dai licei che dalle università statali. Oltre a presentare il curriculum corredato da tutte le attività extrascolastiche svolte, hanno anche il dovere di scrivere una lettera con le motivazioni che li hanno indirizzati verso la John Cabot. Che sono: voglia di ampliare i loro orizzonti, prepararsi per un mondo globalizzato, perfezionare l'inglese, poter studiare in un ambiente meritocratico dove si fa avanti perché si studia e non per raccomandazione. Le percentuali oscillano a seconda dei semestri. Attualmente su novecento iscritti circa il 35% sono italiani (di eccellenza, sottolineano alla Cabot), con voti altissimi e il coraggio d'intraprendere corsi di studio fuori dagli schemi tradizionali. Ma come si entra alla JCU (tredici facoltà, corsi triennali con 30 esami da sostenere)? Con un diploma di maturità e l'ottima conoscenza della lingua inglese. «L'ultimo requisito, a soli 18 anni, è già una marcia in più» spiegano alla Cabot. Perché quest'università «non è per i secchioni - aggiungono - ma per i ragazzi d'eccellenza, capaci e che sanno di valere».  E chi l'inglese non lo sa alla perfezione? Può seguire un corso propedeutico Enlus per i non madrelingua, cinque ore al giorno per cinque mesi. Il corso si divide in principianti e livello intermedio. Un ragazzo abruzzese Raffaele Manini, 98 centesimi alla maturità, s'era innamorato della Cabot guardando il sito in internet. Ma era scarso in inglese. Ha seguito un anno di corso e ora frequenta la facoltà di «Humanistic Studies». Molti ragazzi italiani laureati alla Cabot decidono di fare la specialistica nelle università italiane: questo permette loro di fare concorsi pubblici nel nostro Paese. Altri prendono il volo per le Università straniere, le più prestigiose, anche vincendo borse di studio (come Oxford, Cambridge, London School of Economics ecc). Valeria D'Ambrosio, romana, una delle migliori studentesse dell'anno scorso, laureata in Storia dell'Arte aveva fatto richiesta in tre università ed era stata accettata in tutte e tre compresa la Columbia University of New York (che è fra le cinque top in Usa). Lei però ha optato per l'Università di Edimburgo perché vuole specializzarsi come curatrice di museo. La retta per studiare alla John Cabot è di 13.800 euro annue, pagabili a rate. Gli studenti italiani possono accedere alle borse di studio. Per loro c'è la possibilità di conseguire borse di studio se si prende 75 o più alla maturità. La borsa può coprire dal 30 al 70 per cento della retta. Durante il corso di studio, poi, se lo studente ha una media alta può aggiugere una borsa di studio. Scienze politiche e relazioni internazionali sono le facoltà più gettonate perché aprono al mondo delle organizzazioni internazionali, l'Onu ecc. Poi Scienze della comunicazione per diventare giornalista e che dà la possibilità della doppia laurea (in tandem) con l'Università Statale di Milano. Tutti gli insegnamenti sono permeati alla pragmaticità. Dalla letteratura all'economia aziendale (i colloqui di lavoro in questo settore sono problem solving). «Non c'interessano i saccenti che imparano a memoria i libri teorici ma quelli che si rimboccano le maniche e vogliono fare» spiegano in via della Lungara. Un esempio? In Storia dell'arte nel corso di affresco c'è pure una prova pratica per capire quanto è complicata la tecnica. In quello di disegno c'è un professore che ti porta in giro per la città e ti fa dipingere gli scorci ecc. Poi ci sono gli stages nei musei, nelle gallerie ecc. Una ragazza fiorentina s'è laureata in storia dell'arte e economia aziendale: voleva lavorare nel mondo delle case d'aste. Con queste competenze e l'ottimo inglese durante l'università nella Capitale era richiestissima da Christie's. Adesso sta facendo un master a Londra. «Gli stage sono importanti perché quasi nessuna università li fa - spiegano alla Cabot - danno a un ragazzo di 21 anni appena laureato un curriculum pazzesco. Li organizziamo alla presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Fao, alle agenzie di stampa straniere, nelle aziende multinazionali, ovunque e personalizzati». Il corpo docente è selezionato: vengono da Oxford, Cambridge, Harvard, Princeton ecc. «Il nostro messaggio agli studenti è se vuoi molto una cosa ci riuscirai perche qui avrai talmente aiuto e supporto che il tuo sogno si può esaudire» dicono. Insomma il «Yes we can» obamiano, il sogno che fa andare avanti l'America «un grande minestrone di razze dove alla fine vince la certezza che se tu vuoi una cosa e ti sacrifichi ce la fai».

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