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di DINA D'ISA «Sono figlio di un uomo di spettacolo.

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Hafatto cinema, teatro, televisione, radio; ha scritto, libri, commedie, sceneggiature. Ha fatto un po' tutto quello che c'era da fare. Me compreso...E fra le molte altre cose che ha fatto, un bel giorno è morto». Comincia così il dialogo con se stesso di Emanuele Salce, attore che, nel camerino di un teatro, si perde nei ricordi e nell'attesa beckettiana dell'arrivo degli spettatori. Tra il macabro e il comico, lo show inizia rievocando il funerale del padre Luciano per arrivare alla domanda chatwiniana: «Io che ci faccio qui? In questo posto e con un testo da interpretare?». Lo spettacolo «Mumble mumble...confessioni di un orfano d'arte», in scena al Teatro Cometa Off fino al 28 novembre, è un gioco tra Eros e Thanatos, con al centro l'omaggio ai suoi due padri, il padre vero Luciano Salce e quello acquisito, Vittorio Gassman, che sposò la madre Diletta D'Andrea. «All'inizio dello spettacolo avverto tutti dicendo che sono portatore sano di un handicap, quello della voce impostata, maschile, tipica di un uomo di teatro, qual era Gassman - ha svelato Emanuele Salce con la sua usuale ironia - Racconterò le morti e le esequie dei miei due padri, cogliendo però le situazioni surreali e ironiche che ne possono scaturire. Con grande rispetto per il lutto ovviamente, ma ho scoperto che persino in questi funeral party spiccano personaggi da circo, tra presenzialisti e volti bizzarri. Così, con il dovuto distacco da quel momento terribile che è la perdita di un padre, ho rievocato gli episodi più grotteschi. Mi sono ritrovato a fare l'attore, quasi senza saperlo: vent'anni fa sono scappato dal mondo dello spettacolo e ho provato a fare mille cose, corsi di volo, esami universitari, fino al periodo in cui lavoravo come assicuratore, compresi i momenti in cui ero nullafacente. L'anno scorso al Festival di Roma avevo presentato il documentario "L'uomo dalla bocca storta", che come questo spettacolo teatrale, ho realizzato con Andrea Pergolari. Ricorrevano i vent'anni della morte di Luciano Salce e dentro il filmato ho inserito tante interviste: a Giorgio Albertazzi, Lino Banfi, Alessandro Gassman, Lelio Luttazzi, Ennio Morricone, Gigi Proietti e Catherine Spaak. L'ironia è sempre presente: mio padre non era certo una persona che si autocelebrava e credo avrebbe riso anche lui. Nonostante la vittoria del David, il documentario è andato in onda il 17 dicembre 2009 (anniversario della scomparsa di mio padre) su Sky Cinema Italia. Passaggio unico purtroppo... La trilogia dedicata a mio padre si avvale, oltre che del monologo teatrale e del documentario, anche del libro, "Luciano Salce: una vita spettacolare", pubblicato dalla casa editrice Edilazio. La monografia ripercorre tutte le tappe della sua vita e della sua carriera, è divisa in due parti. La prima contiene la biografia completa dell'artista, la seconda una serie di testimonianze - da Luigi Squarzina a Franca Valeri, da mia madre Diletta D'Andrea a Paolo Villaggio, Lelio Luttazzi, Ettore Scola e a molti altri - insieme a 150 foto inedite». Emanuele Salce è inoltre al cinema nel film di Ricky Tognazzi «Il Padre e lo Straniero», dove è tornato a lavorare con il "fratello" Alessandro Gassman. «Nel film interpreto il ruolo dell'amico di Alessandro e gli offro davvero una mano fraterna - ha aggiunto Salce - Oltre a dargli i consigli del caso lo aiuto quando lui si ritroverà, suo malgrado, coinvolto in una sorta di spy story, tra terroristi di Al Qaeda e strani individui».

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