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Tre parole d'ordine che rappresentano una strategia vincente

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Razionalizzazionedelle risorse, prevenzione e doppio binario. Tre linee di intervento che il questore Francesco Tagliente ha adottato un minuto dopo essersi seduto sulla poltrona più alta di San Vitale a fine luglio. «L'idea è privilegiare l'inchiostro sul manganello, con interventi più selettivi, prevenire invece che reprimere e usare un doppio binario per chi rispetta le regole e per chi le viola. Più attenzione alle esigenze dei primi. Massimo rigore nei confronti dei secondi». Che effetto ha la razionalizzazione? «Razionalizzare le risorse che abbiamo a disposizione significa esaltare l'operatività esterna, soprattutto nelle ore notturne». La città cambia e le periferie sono sempre più affollate. Ma le strutture dei commissariati sono rimaste le stesse. Si sta facendo qualcosa? «Stiamo spostando uomini dal centro alla periferia. E rimettendo gli uffici di polizia negli ospedali, elementi preziosi per capire quello che accade all'interno dei nosocomi e per dare un servizio immediato e, diciamo " a domicilio", ai ricoverati. Inoltre, in zone come Anzio e Nettuno, dove la popolazione è aumentata e dove insistono un ospedale e due procure, stiamo potenziando l'organico». Il bilancio tracciato da Alemanno, specie per quanto riguarda il meretricio su strada, è estremamente positivo. Ma molti sostengono che le prostitute non sono scomparse, hanno solo cambiato zona. È così? «Non amo i trionfalismi. La prostituzione è un fenomeno storico e non si può sconfiggere in poco tempo. Però, in tre mesi di impegno costante nelle strade con una prostituzione visibile, che era causa di disagio per i cittadini, il fenomeno si è ridotto della metà. Probabilmente una parte si è spostata oltre il Raccordo o in aree meno frequentate». Nelle ultime settimane ci sono stati episodi di violenza nelle stazioni del metrò o nelle loro vicinanze. Che fare? «Da due settimane e dopo una riunione di coordinamento con il Prefetto, abbiamo intensificato i controlli. Nelle fasce orarie di maggior flusso noi presidiamo le stazioni e i carabinieri salgono a bordo dei vagoni». Uno dei dati non positivi è quello relativo all'usura. Quali provvedimenti adottare? «Recentemente ho avuto un incontro con le associazioni economiche di categoria. Le denunce sono poche. L'obiettivo è creare le condizioni per farle lievitare, facendo capire alle vittime che è possibile uscire dalla spirale e riguadagnare la serenità perduta». Nelle ultime settimane voi e i carabinieri avete bersagliato quasi ogni giorno i «templi della droga», come San Basilio, San Lorenzo, Pigneto e Tor Bella Monaca. Fenomeno debellato? «No, debellato no. Ma cominciamo a tenerlo sotto controllo. Guardi, quando la gente comincia a chiamarci e a farci segnalazioni il segnale è molto positivo». Come state contrastando la criminalità straniera? «Abbiamo intensificato e reso sistematici i controlli preventivi, aumentato i fogli di via dell'87% e gli allontanamenti del 362%». Anche le risse nelle zone della movida sono calate. Effetto autunno? «Sono stati predisposti interventi mirati nel centro storico, a Trastevere e al Celio, abbiamo aumentato del 30% i controlli amministrativi e raddoppiato la sospensione delle licenze per i trasgressori. Questo ha dato i suoi frutti». Ultimamente sembra ci sia una recrudescenza del piratismo stradale. Come affrontate il problema? «Due tre volte a settimana creiamo un imbuto attivo sulle principali arterie della città per scoraggiare le infrazioni. E le multe per guida in stato di ebbrezza sono cresciute del 212%. Vogliamo educare gli automobilisti a una guida sicura». Gli stupri, però, sembrano in ascesa. Come mai? «Le denunce per violenza sessuale sono in aumento. Ogni singolo episodio denunciato viene attentamento riscontrato e lì dove ci siano i presupposti la risposta investigativa è decisa e determinata. Però, per esempio, per quanto riguarda lo stalking abbiamo incrementato dell'83% gli ammonimenti». E il semplice ammonimento del questore funziona? «Nella maggior parte dei casi sì. I maltrattati e le maltrattate chiedono più spesso il nostro intervento. E i maltrattatori, quasi sempre innamorati che cercano di recuperare il rapporto, realizzano che se l'ex si rivolge alla polizia vuol dire che la relazione è finita. E si rassegnano».

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