Con Croppi e Barbareschi scoppia il «caso Fli»
.La presenza di un assessore che da "tecnico vicino a Gianfranco Fini" diventa di Futuro e Libertà aveva già infastidito molti, dentro e fuori il Pdl. A questo poi ci mette del suo anche lui, l'assessore alla Cultura Umberto Croppi, in un clima tutt'altro che sereno. Soprattutto in Campidoglio dove, alle voci che vogliono Alemanno candidato in caso di elezioni anticipate, si aggiunge il mistero (o forse pathos), degli incontri del sindaco con esponenti di Fli, l'ultimo ieri con Luca Barbareschi. Ma torniamo a Croppi. L'altro ieri aveva rassicurato gli animi (e i gufi) sostenendo: «Con l'uscita dei finiani dal Governo per l'amministrazione capitolina non cambia nulla». Una rassicurazione durata però l'arco di una notte. «Che ci possa essere un governo di larghe intese che vede insieme Pd e Fli è una delle ipotesi su cui si sta lavorando» ha detto Croppi, scivolando poi, qualche secondo dopo, sulla buccia di banana: «Ma lo dico da osservatore perché al momento sono impegnato a fare l'assessore. Ci sono città in cui i gruppi consiliari di Fli sono formati anche da eletti nel Pd. Ma tutti questi, ripeto, sono giudizi da osservatore esterno, ora sono impegnato a fare l'assessore». Dichiarazioni che fanno infuriare il Pdl, uscito con due dichiarazioni affatto casuali. Il vice coordinatore regionale, Alfredo Pallone: «Le dichiarazioni dell'assessore, benché pronunciate in veste di osservatore, invadono il campo della politica e mal si coniugano con il suo ruolo che è essenzialmente tecnico». Poi il commento del capogruppo Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio: «Croppi ha perso un'occasione per tacere. Chi si proclama assessore-tecnico risparmi commenti politici». La Destra, che attende un posto in giunta, picchia duro e se il capogruppo Rossin chiede le dimissioni di Croppi, Storace afferma laconico: «È stato nominato assessore non osservatore». Ma gli occhi puntano dritti allo studio dove Luca Barbareschi, deputato Fli è stato ricevuto dal sindaco. L'incontro, fanno sapere dal Campidoglio, era stato fissato tempo fa. Sul piatto non solo la politica ma anche la direzione di Teatri di Roma (per la quale però è in pole position Gigi Proietti) o del Brancaccio. L'eventuale nomina di Barbareschi sarebbe stata al momento, prudentemente, congelata.