Romantici
diPAOLA PARISET Al bicentenario della nascita di Chopin ha pensato, il 26 scorso in un concerto dell'Università la Sapienza, l'ottimo pianista Pietro De Maria: a quello di Robert Schumann (1810-56) è invece dedicato, oggi alle 20.30 sempre nell'Aula Magna dell'Ateneo, il progetto «Robert Schumann: Poesia, Ossessione, Silenzio». Poesia, sì: perché oltre alla stupenda musica del compositore tedesco sia pianistica che sinfonica - quest'ultima oggi finalmente sempre più apprezzata - poetica a dir poco è la vicenda umana dell'artista, inestricabilmente legata a Clara Wieck (1819-96) dopo i terribili divieti paterni, alla bellissima pianista, compositrice e poi moglie; ma legata anche a Johannes Brahms (1833-97), che, lanciato artisticamente dai due musicisti, anche dopo la morte di Robert restò accanto a Clara, sino alla morte. Un triangolo talmente intriso di passioni musicali e di amore struggente ed inesausto, da suscitare silenzioso rispetto. Poi le conseguenze di una pregressa sifilide devastarono progressivamente la mente di Schumann: e furono le ossessioni. Nel 1853, tormentato da amnesie, atonie, depressione e un tentativo di suicidio nelle acque del Reno, Schumann fu internato ad Endenich. E fu il silenzio, sino alla morte nel 1856, sempre instancabilmente seguìto da Clara. Le bellissime lettere dei due sposi, i diari, le testimonianze di musicisti coevi, Liszt, Brahms, Paganini, ci avvicinano a questa unione straordinaria. Brahms conobbe la specialissima coppia a vent'anni, vedendosene riconosciuto immediatamente il talento nella rivista fondata da Schumann «Neue Zeitschrift für Musik»: ma quell'incontro con Clara fu per sempre. Lui la sostenne al letto di morte di Robert, ed anche dopo: dieci anni più tardi Brahms, mentre componeva il «Requiem tedesco» (1865-68), da Karlsruhe ancora le scriveva: «Mi affligge saperti così lontana, in Inghilterra, sapere che io debba fare a meno di te. Ma poi cercherò una bella casa a Lichtenthal e lì ti aspetterò». Non sopravvisse a Clara che pochi mesi, nel 1897. Perciò nel concerto del 20 novembre prossimo alla IUC verranno eseguite di Brahms le «Variazioni su un tema di Schumann op.23 per pianoforte a quattro mani». Intanto oggi, il quartetto dei pianisti Alexander Lonquich – Cristina Barbuti (uniti pure nella vita, neanche a farlo apposta), della violinista Hanna Weinmeister e del violoncellista Clemens Hagen, affronterà di Schumann i «Fantasiestücke per violino, cello e pianoforte op.88» e il «Trio n.1 per violino cello e pianoforte op.63». Ricordiamo il Convegno dedicatogli domani alla Sapienza e i seminari, masterclass e concerti del 18 e 19 al Centro Diurno Villa Lais (Asl RmC).