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Chiamata alle armi per l'ex Forza Italia

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.Ieri mattina c'erano proprio tutti all'hotel Ergife per l'assemblea degli eletti dell'ex Forza Italia nel Lazio. La componente Cicchitto-Tajani-Sammarco si è contata, ha mostrato i muscoli. E la sua potenza di fuoco elettorale fa paura. Sul palco e in platea tutti i big azzurri: dal capogruppo alla Camera Cicchitto al vicepresidente della Commissione Ue Tajani; dal vicecoordinatore regionale Pallone, al coordinatore romano Sammarco. E ancora deputati, assessori regionali e comunali, gli 11 consiglieri comunali e le new entry (Piccolo, Ciardi, La Fortuna, Erder Mazzocchi). Tutti presenti alla convention per iscrivere sull'agenda politica una priorità: la componente azzurra nel Lazio deve contare di più pur nell'unità del Pdl. Col tesseramento e i congressi locali l'ex Fi dovrà misurarsi con l'ex An. E in caso di elezioni gli azzurri dovranno essere compatti perché «non esiste una grande leadership senza un grande partito coeso». Quindi, no alle correnti, ma un appello alla mobilitazione generale. Il futuro del governo Berlusconi non è stato l'unico tema toccato. I riferimenti locali ci sono stati, eccome. Tajani e Antoniozzi hanno auspicato uno smarcamento da Alemanno sulla riqualificazione di Tor Bella Monaca. Antoniozzi ha rimarcato che l'ex Fi Lazio non ha né un ministro, né il sindaco, né il governatore, aprendo la strada a un coordinatore regionale forzista. Così come tutta da verificare è la posizione dei finiani nelle giunte, a partire dall'assessore comunale alla Cultura Croppi, in predicato di passare con Fli. Cicchitto è sembrato piuttosto categorico sul punto: se Fli farà cadere il governo anche a livello locale dovrà lasciare ogni carica. Forza Italia inizia a dare battaglia a Roma e nel Lazio. Anche se Pallone precisa: «È stata una bella convention politica e organizzativa. Alcuni passaggi critici sono stati affrontati per dare un contributo costruttivo e per dialogare con tutte le amministrazioni. Nel Pdl serve unità, pur nel rispetto del dibattito interno e senza appiattimenti. Il coordinatore regionale? Contano i grandi progetti politici». Per Giro «è stato incontro organizzativo con alcuni eletti e non la riunione di una corrente. Bisogna serrare i ranghi in un momento politicamente difficile. Alemanno? Alcune valutazioni sono state fatte per dare un contributo costruttivo e rispettare gli impegni con gli elettori».

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