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Questi non sono cassonetti per vecchi

Anziano che getta i rifiuti

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Gettare i rifiuti troppo spesso diventa un'impresa. Soprattutto se si è avanti con l'età e la forza non è più quella di una volta. Aprire un cassonetto sembra essere prerogativa di musculosi culturisti esperti nel sollevamento pesi. Pedaliere rotte, coperchi che non si alzano, maniglie divelte, assi che hanno ceduto da un lato con il meccanismo di apertura che si blocca. O più semplicemente leve troppo dure da essere premute per chi è anziano. Un problema che investe tutti i quartieri, da Monte Sacro a Vigne Nuove, da Prati all'Aurelio fino a Primavalle. I più malandati sono i cassonetti verdi. Ma anche quelli neri più «giovani» creano non pochi problemi. A volte, quando manca la maniglia si rischia pure di tagliarsi con le lamiere. A Vigne Nuove gli anziani, soprattutto le donne, hanno vita dura. Maria e Gianna si avvicinano ad un cassonetto verde in viale Gino Cervi. Sa già che avrà difficoltà: «Non possiamo utilizzarli proprio, qui i secchioni sono tutti scassati - dice Maria - Se premo la barra con i piedi, il coperchio non si muove neppure un po' e non riesco ad aprirlo per il peso. Poi manca la maniglia e per cercare di tirarlo su rischiamo di tagliarci con la lamiera. Abbiamo la disgrazia di vivere in un quartiere di case popolari. Ci hanno abbandonati». Gianna è stanca di dover convivere con questa situazione: ««Possibile che qui debba tutto funzionare male? Se non c'è qualcuno che mi aiuta sono costretta a tenermi la spazzatura. C'è sporcizia ovunque, ma anche i cassonetti grigio scuro, identici a quelli vecchi, si stanno rompendo». Basta dare uno sguardo lungo la strada e si vedono i sacchetti abbandonati accanto ai cassonetti: chi non riesce ad aprirli non ha altra scelta. Ma c'è anche chi ha aguzzato l'ingegno e ha trovato una soluzione: su via delle Vigne Nuove c'è il «fai da te» del cassonetto: basta asportare i portelli per riuscire a buttare i rifiuti, come all'incrocio con via Genina. Certo, poi c'è un prezzo da pagare: il cattivo odore che infesta la strada. Va meglio a Talenti, in via Arturo Graf e in via Renato Fucini, anche se molti contenitori verdi vengono collocati proprio a ridosso dei marciapiedi con la barra d'apertura che non può essere abbassata. «Come faccio a buttare la spazzatura? – si lamenta Sandra, 70 anni – Non ce la faccio ad aprire il coperchio. Devo arrivare fino alla Nomentana per trovarne uno apribile». In via Tina Di Lorenzo, via Isole Curzolane e viale Jonio i cassonetti grigi sono quasi tutti scassati. In viale Carnaro non mancano i vecchi ruderi di colore verde con i portelli divelti. Spostandoci dalla parte opposta della città, a Prati, gli anziani incontrano gli stessi problemi. Tra piazzale Clodio e piazza Mazzini i cassonetti che creano più problemi sono quelli verdi che ormai da tempo hanno superato i dieci anni d'età. Con una caratteristica che li contraddistingue praticamente tutti: le strisce di plastica utilizzate come guarnizione dei coperchi sono state tutte staccate. In via Settembrini è la prassi. «Le staccano i nomadi e i senzatetto - dice Alfonso, titolare di un negozio d'arte - se le portano via e le utilizzano per costruire giacigli o rinforzare le baracche. Metterci le mani diventa pericoloso, c'è il rischio di tagliarsi». Sandra Marchetti, 67 anni, cerca di premere la barra con il piede, ma non ce la fa: il cassonetto è piegato su un lato e non c'è spazio per far leva. Basta spostarsi in via Ferrari o in via Montesanto dove la metà dei contenitori hanno il pedale di sollevamento bloccato o difettoso. In zona Aurelio, Monte Mario e Primavalle la maggior parte dei cassonetti sono danneggiati o bruciati. «Qui è impossibile buttare l'immondizia - spiega Salvatore, macellaio di via Stefano Borgia, zona Pineta Sacchetti - Su questa strada abbiamo tantissimi cassonetti, la maggior parte sono rotti. Là ce n'è uno difficilissimo da aprire perché è stato messo accanto alla ringhiera. Quello che utilizzo tutte le mattine ha bisogno di un aiutino. Lo apro io bloccandolo con una cassetta, dal lato della strada ed è pericoloso perché qui passano tantissime macchine». Per Mariano, vedovo di 85 anni che vive da solo a Torrevecchia, invece, buttare la spazzatura è un impresa. Spesso si fa aiutare da un amico. Mentre cerca di aprire un cassonetto a largo Arturo Donaggio, si sfoga: «Per me è difficile gettare i rifiuti. Anche dove i contenitori funzionano, il problema è che il pedale è troppo duro e io non riesco a spingere. Non ho una tale forza nelle gambe». Anche Rosa, 82 anni, non ce la fa. Il cassonetto verde in via Adami, angolo via Maffi, è troppo vicino al marciapiede e il pedale è troppo duro da premere: «Fortunatamente vivo da sola e non produco tanti rifiuti, altrimenti avrei seri problemi. Già adesso non ce la faccio ad aprire il secchione. Non ho forza sufficiente nelle gambe per spingere la barra. Sarà anche la vecchiaia, ma resta il fatto che noi con questi acciacchi non sappiamo come fare». (hanno collaborato Angela Orecchio e Giuseppe Grifeo)

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