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La procura: aprire la tomba di De Pedis

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Inprocura, dove si indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel 1983, non trapelano indiscrezioni, ma l'eventuale apertura del sepolcro, secondo quanto si è appreso, appare sempre più vicina alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini. L'eventuale riapertura della tomba servirebbe agli inquirenti per cercare possibili elementi utili per il prosieguo degli accertamenti e per rafforzare il collegamento tra la scomparsa della ragazza e De Pedis, indicato dall'ex amante Sabrina Minardi come l'esecutore del rapimento e il responsabile dell'occultamento del cadavere. Alla probabile iniziativa della procura non potrebbero opporsi nè il Vaticano, poiché la basilica di Santa Apollinare non è da considerarsi extraterritoriale, nè i familiari di De Pedis. Lo spunto per l'apertura della tomba è arrivato, tra l'altro, da una telefonata anonima fatta alla redazione di «Chi l'ha visto?» alcuni anni fa: «Se volete saperne di più su Emanuela Orlandi, guardate nella tomba di De Pedis» disse lo sconosciuto. Secondo i risultati di una perizia fonetica l'anonimo sarebbe il figlio di una persona legata alla banda della Magliana e in particolare a «Renatino». Ad ogni modo, quel riferimento è stato oggetto di quesiti posti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e da sostituto Simona Maisto, titolari degli accertamenti, a vari testimoni ascoltati negli ultimi tempi. E nel corso di questi atti istruttori sarebbero emersi ulteriori spunti investigativi. Per la scomparsa della Orlandi, all'epoca dei fatti quindicenne, sono indagate quattro persone; Sergio Virtù, 49 anni, Angelo Cassani, 49 anni, detto «Ciletto», Gianfranco Cerboni, 47 anni, detto «Giggetto», e Sabrina Minardi.

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