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«Il bar-ristorante non si allargherà»

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FabioDe Lillo, assessore all'Ambiente del Campidoglio, i cittadini si lamentano della gestione di Villa Massimo in III Municipio. Dicono: negli anni è stato allargato il punto di ristoro e il verde sta sparendo. «Guardi, sono state messe in giro troppe leggende su questa storia». Qual è la verità? «Lì c'erano due gestori. Quello del punto ristoro e quello del punto infanzia. Le due persone non andavano d'accordo e la manutenzione ordinaria non veniva effettuata. Ora, invece, le cose cambieranno». Come? «Ci sarà un unico interlocutore: il proprietario del punto di ristoro ha inglobato anche quello per l'infanzia». Qual è il progetto? «Mantenere inalterato il punto di ristoro, ristrutturare l'area ludica con una nuova struttura posta al centro della villa». La superficie delle strutture aumenterà? «No, neanche di un centimetro. Vengono solo accorpate le aree ludiche e sarà installata una struttura moderna». Questo è il progetto del gestore a cui il Comune dice «sì». Ma a quali condizioni? «Il gestore farà una manutenzione ordinaria ma anche straordinaria perché rimetterà a posto tutta la villa. Ripristinerà i pini abbattuti o caduti. Ci saranno anche nuovi vialetti all'interno del parco con nuove essenze arboree. Saranno rifatti anche l'impianto di irrigazione, i prati e le aree giochi. In più, adesso noi sappiamo con chi prendercela se qualcosa non funziona perché c'è un unico soggetto che è responsabile». I cittadini del III Municipio sono a conoscenza del progetto? «Tutto è stato fatto in accordo con i comitati, che adesso sono più tranquilli ma comunque non si fidano perché un tempo la villa era tenuta male». Come rassicurarli? «La loro attenzione per la villa ha aumentato anche la nostra attenzione. Quindi vigileremo affinché venga fatto tutto come da progetto». A che punto è l'iter? «È stato visionato dal X Dipartimento e sarà approvato quando tutti i comitati e il Municipio daranno parere favorevole. C'è la massima disponibilità anche da parte del gestore». Assessore, villa Massimo è uno dei parchi inseriti in un progetto nato con la Giunta Rutelli nel 1995 per la creazione dei «Punti verdi qualità». «Da questo progetto abbiamo ereditato numerosi problemi». Cioè? «Il fine era apprezzabile: alcune aree verdi che l'amministrazione non poteva curare per mancanza di fondi vennero affidate a privati che hanno aperto un'attività nel parco e loro in cambio dovevano curarlo. Idea geniale ma portata avanti malissimo». Perché? «Perché la garanzia del finanziamento era sempre a carico del Comune. A chi vinceva il "Punto verde qualità" veniva erogato un fondo per costruire. Ma per il 95 per cento del credito era il Comune a fare da garante. E se l'attività non funzionava il privato perdeva il 5%, l'amministrazione il restante». È successo? «Oggi abbiamo un "Punto verde qualità" con forti criticità e altri due che iniziano ad averle». Quali sono? «Non posso dirlo». Nell'assegnazione dei «Punti verdi qualità» ci sono casi in cui il Comune ha concesso terreni senza possederne la proprietà. «È vero. In alcuni casi i terreni erano addirittura di privati, o di enti, o della Regione. In altri casi ancora c'erano dei reperti archeologici. E si è creato il problema della delocalizzazione. Ne stiamo discutendo». Senta, questo progetto ha ormai quindici anni. È il caso di fare delle modifiche? «È chiaro che ormai le esigenze sono cambiate. Arrivano da parte dei gestori tante richieste per modificare le attività all'interno dei Punti. Noi tutto questo lo abbiamo ereditato. Ci stiamo rimboccando le maniche per risolvere i problemi». Fab. Per.

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