La risalita di Veltroni riparte dalla "sua" Roma
Passato, presente e, soprattutto, futuro. Così, Movimento Democratico parte da Roma per ribadire da un lato di essere, ancora, la classe dirigente protagonista di 15 anni di governo, dall'altro per gettare le basi programmatiche di un partito che, dopo la sconfitta capitolina, sembra ancora sopito. Non a caso il titolo della convention era: «Un Pd grande e aperto per cambiare Roma e il Lazio». Sul palco Walter Veltroni, Enrico Gasbarra, Paolo Gentiloni, Giuseppe Fioroni. I deputati, ed ex assessori capitolini, Maria Coscia e Roberto Morassut lasciano prima l'hotel Parco dei Principi. Gli sguardi, infatti, vanno da Montecitorio alla platea. Una platea ricca. In prima fila, Nicola Zingaretti e i candidati alla segretria romana del partito, Marco Miccoli e Eugenio Patanè. Lì, in quella prima fila c'è il prossimo futuro. Si parte dall'intevento di Andrea Mondello, ex presidente della Camera di Commercio, "ideatore" della Notte Bianca. Parla del modello Roma, la nota nostalgica si percepisce ma serve solo per ridare il «la» a una classe dirigente locale da «risvegliare». Il primo a suonare la carica è Gasbarra: «Tutti noi abbiamo avuto un ruolo in questa città - ricorda - occorre ora alzare il livello del partito che ha trascorso troppo tempo a strappare le foto del passato, è tempo ora di rilanciare una nuova grande classe dirigente non solo per diventare maggioranza al congresso ma per vincere nel 2013». La parola, poi passa a Veltroni che non manca di tracciare una lucida analisi di quanto accaduto e di quanto stia accadendo nella Capitale, dove «c'è ancora chi mi chiama sindaco». La nostalgia «è un sentimento che non è utile alla politica ma è venuto il momento di rimettere le cose in ordine». Troppo «autolesionismo» che ha fatto in modo di cancellare l'idea, il clima di città che si era creato e di un grande cambiamento iniziato con Rutelli e portato avanti da Veltroni. «Un progetto che andava bene per quella stagione ora è arrivato il momento di rilanciare l'opposizione in Campidoglio, di riprendere il cammino interrotto e tornare ad essere alternativa di governo». Non mancano le critiche ad Alemanno ma, come sempre, Veltroni preferisce proporre e non attaccare. Per questo guarda Zingaretti e dice «Nicola è la prosecuzione innovativa della nostra esperienza». Un passaggio di testimone? Presto per dirlo.