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Agente penitenziaria trafficante d'arte

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L'istruttoredi penthatlon di 56 anni forniva i pezzi archeologici, la poliziotta penitenziaria con l'amica casalinga e complice, rispettivamente di 41 e 47 anni, cercavano di piazzarli. La ricompensa: 200 mila euro. Ma per i tre trafficanti di arte rubata l'affare è sfumato. I tre sono stati denunciati per ricettazione dagli investigatori del Commissariato Trevi Campo Marzio diretto da Lorenzo Suraci. Nelle abitazioni delle due sequestrate centinaia di reperti di epoca romana, alcuni autentici altri falsi. Le indagini sono partite circa due mesi fa. Gli agenti della squadra investigativa dell'ispettore Vittorio Scafati irrompono in un'abitazione di Campo de' Fiori, in centro. Il sospetto è che l'inquilino, disoccupato, tratti droga. Durante la perquisizione però i poliziotti non trovano stupefacente ma un album di fotografie in cui sono ritratti pezzi archeologici: punte metalliche di antiche lance, monete, piccole anfore, frammenti di altri manufatti di epoca romana. Ma anche reperti falsi, anche se ben fatti. L'uomo riferisce di aver ricevuto le foto degli oggetti da due donne conosciute tempo addietro perché piazzasse il materiale. Gli investigatori danno l'impressione di non dare peso alla cosa. Invece decidono di indagare: pedinano l'uomo, assistono agli incontri tra lui e le due. In particolare, scoprono che l'agente penitenziaria col pallino per l'arte è insistente, vuole sapere a che punto sono le trattative. Accertato il legame, gli agenti coordinati da Paolo Guiso decidono il blitz a casa della poliziotta e dell'amica, a Magliana e Boccea. E lì trovano il materiale ritratto nelle foto nell'abitazione di Campo de' Fiori. La catena si allunga. Le due raccontano che i reperti li hanno avuti da un istruttore di penthatlon in una palestra di Fiumicino frequentata dalla poliziotta. Sarebbe stato l'allenatore a proporre l'affare: 200 mila euro facili da guadagnare se le due avessero venduto gli oggetti. Davanti agli investigatori, però, lo sportivo di Fiumicino non parla. Probabilmente c'è un livello superiore da scoprire. Le indagini continuano.

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