Arriva la tassa sul celibato. Poi Gianni ci ripensa
Èpolemica anche sul quoziente familiare e sulle modalità di attuazione. Da un lato, parlando alla Conferenza nazionale della famiglia a Milano, il sindaco Alemanno sottolinea l'esigenza di approvare la riforma entro la fine della legislatura. Dall'altro lato il primo cittadino della Capitale sostiene la necessità di aumentare le tasse ai single per avere risorse necessarie da destinare alle famiglie con figli. Una posizione - poi ritrattata - che trova la ferma opposizione del sindaco di Bari Michele Emiliano. «In un momento di crisi - dice Alemanno - non si può dare tutto a tutti, bisogna sporcarci le mani. Se vogliamo aiutare le famiglie, che sono quelle sposate, vuol dire aumentare le tasse ai single e alle coppie con pochi figli. La questione non riguarda solo le amministrazioni locali ma il governo nazionale. Bisogna sfuggire alla tentazione di voler dare tutto a tutti, e quindi ai gay e ai single, altrimenti non faremo mai politiche familiari. Bisogna concentrarci sulla famiglia della Costituzione formata da un uomo e una donna che fanno figli. Questo - ha aggiunto - non vuol dire però discriminare le altre persone, vuol dire che la difesa dei diritti individuali non sono politiche familiari. Invito Giovanardi e il parlamento a fare già in questa legislatura la riforma del quoziente familiare». Emiliano ribatte prendendo a riferimento l'articolo 3 della Costituzione per «trattare stesse situazioni in modo simile, fermo restando che la Costituzione parla di famiglia fondata sul matrimonio. Ma se ci sono stessi bisogni vanno affrontati alla stessa maniera. Se si rompe il femore il compagno di un uomo è uguale se se lo rompe la moglie di un altro. Non ho trovato nella Costituzione motivo per discriminare queste situazioni. Non ha senso che per aiutare le famiglie con figli si tassino di più i single. L'incertezza del futuro riguarda tutti e tutte le fasce d'età». Poi la precisazione di Alemanno: «Non si tratta di aumentare le tasse ai single ma di concentrare gli sgravi sulle famiglie con più figli. La pressione fiscale deve complessivamente diminuire, dobbiamo però scegliere dove mirare queste riduzioni. Dopo tanti anni di riforme concentrate sulla riduzione delle aliquote bisogna fare un'autentica politica dei redditi applicando il principio del quoziente familiare e quindi concentrando gli sgravi sui nuclei familiari più numerosi. La povertà o la ricchezza di una singola persona si definiscono soprattutto all'interno del nucleo familiare in cui si vive: con lo stesso stipendio si può esser ricchi o poveri a seconda del numero delle persone che bisogna mantenere». Dan. Dim.