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Rogo al Bambino Gesù

I vigili del fuoco sul luogo del rogo

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Fuoco, fumo e tanta paura. Chi rompe i vetri delle stanze per respirare, chi scende le scale con figli e e fagotti. Una colonna nera e acre che sale sul muro esterno e s'infila nei padiglioni dei piani superiori. Le sirene di dieci automezzi dei vigili del fuoco, le ambulanze, l'elicottero dei pompieri che gira in tondo, carabinieri, polizia e un dispiegamento di Municipale per evitare che il traffico impazzisca. Poteva essere un inferno di cristallo nella Rianimazione al primo piano dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di piazza Sant'Onofrio, a Trastevere. Forse per un corto circuito, ieri intorno alle 15 il fuoco è divampato al primo piano in una stanza adiacente ai nove posti letto del reparto «Pio XII» dove sono ricoverati piccoli pazienti in gravi condizioni, intubati. Motivo questo che ha impedito loro di inalare il fumo nero e acre. Ma che ha rappresentato anche un grosso rischio: il fuoco a contatto con l'ossigeno nell'impianto avrebbe causato un'esplosione, una strage. Alla fine il bilancio: 48 intossicati lievi tra familiari dei bambini e operatori sanitari che si sono dati da fare per evitare il peggio. Dei nove in Rianimazione, sette sono stati trasferiti in altri reparti dell'ospedale e in serata gli altri due sono stati portati in ambulanza al policlinico Gemelli. Il pronto soccorso è stato chiuso e per oggi si prevede la riapertura. Messo fine all'ermergenza ora la gendarmeria vaticana (il Bambino Gesù è territorio del Vaticano) dovrà accertare come sono andate davvero le cose. La conclusione finirà sul tavolo del segretario di Stato Tarcisio Bertone e quindi al Papa. I vigili del fuoco sono stati tempestivi e hanno evitato il peggio. Stando però alle cose gridate gli attimi successivi alle fiamme qualche punto oscuro c'è. I primi a intervenire sono stati i pompieri vaticani che presidiano l'ospedale con due mezzi, alle due entrate. E quando hanno afferrato le bocchette antincendio installate per le emergenze c'è chi ha urlato: «L'acqua non c'è, non c'è, non esce». Un altro punto riguarda l'allarme acustico antincendio: nessun pazienti ha riferito di averlo sentito. E poi i tempi. La distruzione della stanza dove è divampato il fuoco, l'altezza delle macchie nere lasciate dalle colonne di fumo che si sono sviluppate rivelerebbero che il fuoco ha avuto tempo di ardere. «Tutta la macchina dei soccorsi ha funzionato perfettamente». Sulle questioni la direzione dell'ospedale ribatte: «Tutta la macchina dei soccorsi ha funzionato perfettamente. Tutte le unità operative sono pienamente funzionanti. Naturalmente per le strutture all'interno del padiglione è stato necessario riallocare i pazienti».

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