Non siamo cittadini di serie B

Un piccolo parco è terra di nessuno, senza manutenzione e controllo, panchine ridotte a scheletri e spazzatura. Così le 128 famiglie che abitano le case popolari del Comune in via Padre Romualdo Formato, a Spinaceto, possono trovarsi sotto ai balconi tossicodipendenti che si sparano l'eroina in vena, altri che fra immondizia e resti di muretti consumano rapporti sessuali. Complice di tutto questo un assurdo intoppo burocratico cresciuto su una contesa fra l'Ater e il Comune di Roma: da anni si «rimpallano» la proprietà dell'area verde, quindi la competenza per la manutenzione. «Il grande giardino è passato all'Ater con rogito del notaio Albertazzi il 24 dicembre del 1960, ma negli uffici non ve n'è traccia: ecco il pasticcio», spiega Salvatore Posabella, presidente del Comitato di Quartiere di Spinaceto, nonché residente in una delle case popolari. L'ultimo taglio delle erbacce disposto dall'Ater risale al 2005. Lo stesso ente di gestione delle case popolari ha tolto la corrente all'illuminazione pubblica del parco proprio perché non lo ritiene suo. Così, di notte, questa fetta del comprensorio rimane al buio, dominata da vandali che tutto distruggono. A volte si trasforma pure in dormitorio all'aperto. La gente, per paura, non scende certo a vigilare. «Comunque ci capita di ripulire, anche per una questione di igiene - dice Antonio Monaco, delegato del CdQ -. Possibile che si sia dovuto vivere in una situazione di tale precarietà da sempre?». Inoltre i residenti devono «strappare» quelli che dovrebbero essere normali servizi di manutenzione, anche se a via Padre Romualdo Formato il Comune ha stanziato la somma necessaria e quasi ultimato il rifacimento dei malconci bagni in ogni appartamento. In origine il parco era nato per far giocare i bimbi dei condomini, come area d'incontro e relax per i più anziani, un punto di raccordo per la gente. Oggi non è più così. La pista di pattinaggio è ridotta a cumuli di calcinacci e mattonelle divelte, i lampioni sono arrugginiti e pendenti.   Le panchine in cemento sono a pezzi, tanto che ne rimangono in piedi solo i sostegni cilindrici. La sporcizia è ovunque. Durante gli incendi estivi, alimentati dalle erbacce, un lungo tubo esterno del gas, sul lato est del giardino, è stato più volte lambito dalle fiamme. «L'abbandono totale è iniziato con l'amministrazione Petrucci dell'Ater - continua Posabella - Da allora lo schifo è stato completo». «Abbiamo segnalato la cosa a tutte le autorità - rimarca Ottavio Falsini, redidente -, io stesso ho scritto al sindaco e all'onorevole Cutrufo». «È vergognoso costringerci a vivere così - sottolinea Anna Scalici -, per non parlare di interventi sulle perdite d'acqua, come quella ancora visibile all'ingresso delle prime scale». In quest'ultimo caso la prima lettera del comitato per chiedere un intervento, risale al 17 settembre 2009.