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Montino all'attacco «Effetti disastrosi»

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Ilpiano così non va. Almeno nel merito. I suoi effetti saranno negativi. Specialmente sul territorio provinciale, dove il rischio è che si abbassino i livelli di assistenza. A sostenerlo, attaccando duramente la governatrice Polverini, è il capogruppo dei Democratici alla Regione durante il suo intervento avvenuto subito dopo di quello della presidente. Montino critica. Ma si dice anche disposto a un confronto. «Ma che questo sia vero - aggiunge - Ci sono margini di decisione, ci sono le possibilità per fare interventi, specie sulla rete ospedaliera. Bisogna salvare alcune strutture per non lasciare circa mezzo milione di persone sotto i livelli essenziali di assistenza». Riguardo le accuse alla precedente Giunta, per il capo dei consiglieri del Pd «dire che la sanità era fuori controllo e che non è stato fatto nulla» non è «fare il quadro esatto della situazione. Sembra non si voglia seguire un rapporto istituzionale corretto». Infatti, «da parte della Polverini un accenno, anche autocritico, sarebbe stato auspicabile e in particolare sulle funzioni istituzionali di quest'aula, delle commissioni consiliari e del rapporto tra le diverse istituzioni, con i sindaci, i rappresentanti delle province, i territori del Lazio. Gli incontri con i sindaci la Polverini li avrebbe dovuti far prima», rimprovera Montino. In conclusione, «il Pd resta convinto che nel merito il piano sanitario sia sbagliato. Avrei preferito fare quest'incontro in commissione o farlo prima in quest'aula - prosegue - Non c'è uno straccio di documento sugli effetti di questo piano, che comunque non saranno positivi. Se si fa un taglio sulla cintura esterna della Regione non si risolve un problema per le popolazioni interessate, che utilizzeranno strutture di città di altre Regioni. Non tutti i piccoli ospedali sono uguali. Interi quadranti della provincia di Roma resteranno sguarniti: questo è un problema. Ne vedremo delle belle». Ma qual è l'alternativa? Per Montino, «si poteva fare qualcosa di diverso, cioè il lavoro fatto circa due anni fa. Nel 2005 abbiamo trovato un tasso di 5,2 per mille posti letto per abitante. E lo abbiamo portato a meno del 4,5 per mille. Ora la Polverini ha il compito di abbassarlo di un altro mezzo punto». Il rischio, tuttavia, è che nelle province, «che sono le più tartassate, si abbassino i livelli di assistenza». Per Montino, «sono circa 700 i posti letto che rimangono nella disponibilità della presidente Polverini e del suo Piano di riordino ospedaliero per riequilibrare l'offerta di sanità sul territorio della nostra Regione». Accuse sulla procedura arrivano alla Polverini anche dai socialisti. «Il centrodestra ancora una volta si chiude a riccio e rifiuta il dialogo con tutto il consiglio regionale nonostante la disponibilità del centrosinistra - fa notare il capogruppo del Psi alla Pisana Luciano Romanzi - La presidente Polverini perde l'occasione per fare quel salto di qualità e d'indipendenza che su tematiche cosi importanti e delicate tutti s'aspettavano. I sindaci, diretta espressione dei territori, continuano a non essere ascoltati e coinvolti». Romanzi si appella alla Governatrice «per trovare insieme quei margini, che ancora ci sono per intervenire sulla rete ospedaliera specie quella dei comuni della provincia, dove centinaia di migliaia di cittadini saranno costretti a vivere in condizioni sanitarie veramente preoccupanti». Positivo, invece, il giudizio dell'Udc. «Grazie al coraggio e alla determinazione del presidente Polverini sono state ricostituite le condizioni per un rientro nei binari della sostenibilità del bilancio regionale - osserva il capogruppo Francesco Carducci - Adesso è indispensabile avviare un confronto anche in materia di politica sanitaria tra le forze di maggioranza in primo luogo, e tra queste e l'opposizione. Occorre riconsegnare alla mediazione politica e al dibattito democratico il ruolo che gli è proprio, aprendo gli spazi necessari alla concertazione». Ma. Ga.

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