Il papà: se è un uomo esca allo scoperto
Marco era il terzogenito di una famiglia importante, una di quelle che hanno un posto nella vita senza avere la puzza sotto il naso. Abitano a Collina Lanciani, e persone così le vorremmo tutti avere come dirimpettai di pianerottolo. Il padre Gianfranco Bartoccioni, 65 anni, è architetto in un famosa società di cui non rivela il nome, architetto come il figlio Marco, a soli 26 anni. La mamma si chiama Anna Maria, e ci sono gli altri due figli, Paola Chiara, 37 anni, biologa, e il secondogenito, Giorgio, 35, che lavora all'Inps, alla Vasca Navale. Architetto Gianfranco, chi era Marco? «Era un ragazzo d'oro, il figlio ideale. Aveva solo 26 anni, ma era già un professionista, dopo la laurea in Architettura conseguita due anni fa a Valle Giulia con il corso magistrale di 5 anni, a soli 24 anni. Poi aveva superato l'esame di abilitazione ed era iscritto all'albo da due anni. Ha sempre avuto la testa sulle spalle, insomma, uno di quelli che si è sempre dato un gran da fare, impegnato sui banchi di scuola, fin da piccolo. Eppure non trascurava lo svago e lo sport, praticava pallanuoto, era alto un metro e 90 e aveva un fisico atletico, era bellissimo, e aveva un carattere adorabile, sempre disponibile con tutti, come dimostrano i tanti amici che in queste ore stanno tempestando internet, con ricordi e frasi bellissime». Come fa un padre che perde un figlio d'oro a mantenere la calma e la lucidità in questi momenti? «Devi farlo, per lui che non c'è più e che, se in questo momento potesse parlarmi, sarebbe il primo a chiedermi questo: di mantenere la lucidità e non arrendermi». Il pirata ha le ore contate. Potrebbe essere un diplomatico... «Sembrerebbe che la vettura investitrice sia un'auto del corpo diplomatico. L'abbiamo appreso dai tg, per noi non fa nessuna differenza». Pare che fondamentali siano state le testimonianze dei romani che avrebbero appuntato la targa per intero e l'avrebbero riferita ai vigili urbani «Sì ho sentito dire e ringrazio tutte le persone che hanno collaborato. Nelle indagini confidiamo pienamente. Anche se mia figlia Paola Chiara vorrebbe che il pirata della strada uscisse dall'ombra, se è un uomo dovrebbe avere il coraggio di uscire alla scoperto, dice, almeno con la nostra famiglia». Cerca altri testimoni? «Tutto può tornare utile. A questo proposito voglio ricordare che Marco è stato investito il primo novembre alle 4.30 del mattino, all'incrocio con via Cernaia e via Goito. Era in moto e indossava il casco ma non gli ha protetto la vita perché dopo essere stato travolto da un'auto Marco è finito proprio contro lo spigolo del marciapiede».