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Nuova vertenza taxi Aumenti in bilico

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Dopole furiose polemiche estive, la vertenza taxi sembrava, tutto sommato, risolta: aumento delle tariffe da una parte, sconti e giro di vite su licenze e ricevuta su costi e percorso dall'altra. Il tutto da rendere definitivo con un parere di «congruità» di una commissione tecnica entro il 31 ottobre. Un escamotage dell'ultima ora da parte della maggioranza capitolina per uscire dall'impasse che rischiava, tra l'altro, di far slittare l'approvazione del bilancio della Capitale. E invece, la «buccia di banana» si trovava proprio lì. La commissione tecnica è stata infatti nominata il 20 ottobre. Undici giorni appena per valutare la congruità delle tariffe stabilite dal nuovo Regolamento del servizio del trasporto pubblico non di linea, approvato a luglio scorso dall'Assemblea capitolina. Peccato però che il Consiglio comunale nel demandare la valutazione di congruità e il termine ultimo del 31 ottobre si sia, come dire, "dimenticata" di definire le linee guida dei tre «saggi». La situazione, tuttavia, dal punto di vista tecnico non è grave. L'assessore alla Mobilità, Sergio Marchi, ha già annunciato che giovedì porterà in Aula Giulio Cesare la delibera. Servirà poi il parere della commissione e un ulteriore passaggio in giunta. I conti però non tornano, dentro e fuori dal Campidoglio. La maggioranza del Pdl, infatti, non è mai stata compatta nel concedere gli aumenti delle tariffe taxi, tanto che l'emendamento a firma del presidente della commissione Mobilità, Antonello Aurigemma, che prevedeva il parere di congruità rappresentò il compromesso all'interno del gruppo. Il Pd, già protagonista delle sedute di luglio, ha già promesso e ribadito ieri con il capogruppo Umberto Marroni che il partio «darà dura battaglia in aula, vigileremo sulla correttezza dei lavori dell'assemblea - promette - e continueremo ad opporci a uno scriteriato aumento di tariffe che penalizzerebbe tasssiti e romani e ci batteremo invece per una politica di incentivi a tutela di cittadini e categoria». Difficile credere che i consiglieri comunali riescano a tenere numero legale e compattezza per votare subito la delibera e rendere effettivo il lavoro della commissione. Il termine, intanto, è slittato sine die e, anche su questo, occorrerà un parere tecnico degli uffici per comprendere se il nuovo regolamento varato in luglio sia o meno ancora applicabile. La «minaccia» più seria, tuttavia, si trova fuori dal Campidoglio e, già da settimane, prende piede nei posteggi taxi. I sindacati e le associazioni di categoria Ugl Taxi, Ati Taxi, Assodemoscoop, Fit Cisl, Ciisa Taxi, Mit, Legacoop Taxi, Federtaxi Cisal, Cooperativa Pronto Taxi 6645, e una serie di singoli tassisti hanno presentato ricorso al Tar su alcune delle norme introdotte dal nuovo regolamento capitolino. A conferma di un fronte sindacale sempre più diviso, le dichiarazioni di Loreno Bittarelli, presidentedi Uritaxi. «Apprendiamo con stupore che le sigle sindacali, in passato notoriamente vicine al consigliere Berruti, ricorrano al Tar contro la delibera avanzata dallo stesso consigliere. Si desume che tardivamente ammettono di essersi resi conto dei loro errori». E, tanto per essere sicuri di avere scarpe libere dai sassolini, lo stesso Bittarelli annuncia: «Noi, che non volgiamo disconoscere l'impegno dell'onorevole Berruti, invece di ricorrere al Tar abbiamo preferito inoltrare richiesta di incontro con l'assessore Marchi, già accordato per il 15 novembre, per chiedere, tra l'altro l'annullamento delle delibere». La lotta, tutta sindacale, non solo non è finita ma potrebbe prevedere ulteriori colpi di scena con il rischio che, ancora una volta, a rimetterci siano solo i clienti delle auto bianche. Su un punto infatti, i tassisti sono tutti d'accordo ed è, guarda caso, quello sull'aumento delle tariffe. Con questi chiari di luna, tuttavia, è facile credere che arriveranno ben dopo Natale.

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