Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ai furbetti delle pensioni i soldi dei parenti morti

Pensioni

  • a
  • a
  • a

Incassavano la pensione del parente morto. Da pochi mesi e in alcuni casi anche da tre anni. Sono 81 i denunciati per truffa allo Stato dai militari della Guardia di finanza del II Gruppo. Totale dei soldi indebitamente percepiti: oltre 400 mila euro. L'inchiesta è partita nel 2006 su delega del procuratore aggiunto di Roma Maria Anna Cordova. Il magistrato ha consegnato 1.900 pratiche da controllare. Quasi duemila situazioni sulle quali aveva qualche sospetto. E il risultato finale non li ha smentiti. Con la collaborazione di Anagrafe tributaria, Comune di Roma e soprattutto Inps gli uomini del II Gruppo della Finanza coordinati dal capitano Maurizio Camicia hanno cominciato a passare al setaccio le singole posizioni. Chi era il titolare della pensione, chi la percepiva e da quando. Alla Posta e in banca. Dall'esame incrociato è emerso l'incredibile. Su 1.900 situazioni verificate 81 si sono rivelate vere e proprie truffe. E cioè. Il titolare della pensione era morto ma i parenti continuavano a incassarla. Si trattava soprattutto di moglie ma anche di figli e in un episodio di un vicino di casa che aveva la delega a riscuotere perché il poveretto quand'era in vita non poteva muoversi. Un caso singolare: approffittando dell'errore dell'amministrazione la vedova per un periodo ha intascato sia la pensione di reversibilità che spetta quando il coniuge muore e al tempo stesso l'assegno mensile pieno, senza decurtazione, come se il marito non fosse mai deceduto. E ancora. In alcuni casi l'autentica delle firme dei defunti era avvenuta in data successiva alla morte. L'inchiesta delle Fiamme gialle segue la scia di quella gemella chiusa lo scorso anno è avviata nel 2007. Allora l'ammontare delle truffe fu di oltre due milioni di euro. Il sistema era sempre lo stesso. I parenti intascavano le pensioni dei propri cari deceduti da anni. All'epoca furono 32 i deunciati per i quali in seguito lo stesso pm Cordova ha chiesto il rinvio a giudizio. Da un esame incrociato tra una serie di campioni sui pagamenti pensionistici del 2006 e l'anagrafe romana emerse che molti pensionati, pur essendo deceduti da anni, continuavano a percepire lo stesso l'assegno mensile (pensioni modeste, intorno ai 500 euro mensili). Inizialmente furono 67 le persone indagate a Roma. Dopo una serie di archiviazioni si è arrivati ai trentadue.  

Dai blog