I due ladri arabi di Cartier tentarono anche al Corso
Prima del furto da mezzo milione da Cartier in via dei Condotti, nello stesso giorno (il 19 ottobre), alle 4 del pomeriggio (cioè due ore prima del colpo grosso) i due arabi ne hanno tentato un altro. Alla oreficeria Gardino in via del Corso, a due passi da palazzo Chigi, quasi all'angolo con piazza Colonna. «I miei commessi - racconta la signora Gardino, madre di Paolo - mi hanno riferito questo episodio. Sono entrati due clienti dall'aspetto nordafricano o mediorientale, hanno chiesto di vedere dei preziosi ma nei nostri negozi non trattiamo gioielli come quello rubato da Cartier»: anello di platino con diamante da cinque carati e brillanti. «I due si sono guardati un po' in giro e se ne sono andati. All'inizio il nostro commesso - continua - non sapeva che i due fossero gli stessi del colpo da Cartier. I fotogrammi delle riprese video non erano stati ancora diffusi. Quando però li ha visti sui giornali allora li ha riconosciuti. Erano proprio loro». Nei giorni scorsi la conferma c'è stata quando gli investigatori del Commissariato Viminale di Lorenzo Suraci hanno mostrato al commesso di Gardino le immagini del furto da Cartier. La stessa cura nella scelta degli obietivi i due mediorientali l'avevano dimostrata quando martedì 12 hanno messo a segno un altro colpo in via Vittorio Veneto nella gioielleria Capuano portandosi via un brillante da otto carati, valore 200 mila euro. Le indagini della polizia continuano serrate. La Squadra mobile ha attivato l'Interpol. Il sospetto è che i due siano scappati in Francia. Ma sono ipotesi, tra le quali se ne valuta anche un'altra: i ladri potrebbero disporre un appoggio logistico a Roma o nei pressi. Proprio a maggio la Mobile ha catturato un montengrino di 40 anni, primula rossa di un gruppo di rapinatori dell'ex Jugoslavia conosciuto col nome di "Pink Panthers": banda specializzata in rapine in gioiellerie in tutto il mondo. J.R. era ricercato in Italia, Spagna e Cipro e segnalato in Giappone, Emirati Arabi, Svizzera, Francia, Principato di Monaco, Serbia e Montenegro.