Ecco la pesca dei poveri
Graziea una delibera del Comune il contenuto della fontana viene infatti consegnato alla Caritas. Un tesoretto che da anni ormai ha cifre costanti: 1.500 euro al giorno, che fruttano 700 mila euro l'anno a tutto vantaggio dei più bisognosi. Segno che la generosità per alimentare i sogni di turisti - che con il loro gesto scaramantico si assicurano la fortuna o almeno la possibilità di tornare una seconda volta a Roma - non conosce crisi. C'è chi lancia la monetina davanti a sè, chi da dietro la spalla destra, chi dietro la sinistra. E con questo lancio arricchisce la Caritas e le permette di mandare avanti l'Emporio, un supermercato aperto al Casilino tre anni fa in cui possono fare la spesa gratuitamente i senza tetto, e tutti quelli che sentono il peso della crisi, comprese le famiglie che non arrivano a fine mese. Anche la pesca ufficiale delle monete avviene a vasca piena. Ne vengono fuori diversi sacchi: ognuno contiene 10 chili di monete e un raccolto medio giornaliero in bassa stagione è di 50 chili più o meno 1.500 euro, appunto. Ma in qualche occasione, soprattutto l'estate, la cifra quotidiana si alza molto di più. Tutte le mattine, tranne il sabato e la domenica, i fontanieri di Acea Ato 2, su incarico del Comune, si calano nell'acqua protetti da stivali e rastrellano le monete verso il centro con degli speciali rastrelli simili a quelli dei croupiere delle sale giochi. Poi il tesoretto viene aspirato con una pompa. La raccolta inizia alle 7.30-8 di mattina. Gli operatori dell'Acea si immergono nella fontana, transennata e chiusa al pubblico, aspirano le monete con le pompe, le mettono nei sacchi e le consegnano agli addetti della Caritas, che le portano nel laboratorio di villa Glori. Dopo il lavaggio, si passa alla separazione delle monete straniere dagli euro. Questi vengono suddivisi in base al taglio, infilati nei tubetti, e una volta a settimana portati in banca per essere cambiati. La Caritas usa il denaro per le sue attività. Una delle prime operazioni fatte è stata restaurare delle stanze a villa Glori, in una delle tre case di assistenza per malati di Aids. Da qualche tempo ormai il ricavato della fontana rappresenta la maggiore fonte di sostentamento dell'Emporio della carità, aperto a Ponte Casilino, tre anni fa, nell'aprile 2007. Si tratta di un vero e proprio supermercato di medie dimensioni, con casse automatizzate, carrelli, scaffali e insegne, dove i bisognosi possono fare la spesa gratuitamente. E tra i bisognosi non ci sono soltanto i senzatetto: tra i clienti abituali, infatti, ci sono i nuovi poveri, coloro che hanno pagato a caro prezzo la crisi economica. Nella Fontana di Trevi però si trova un po' di tutto. Fiches, messaggi con bigliettini, una volta ci hanno trovato anche due dentiere. Di sicuro, però, questi oggetti non hanno mai interessato Roberto Cercelletta in arte D'Artagnan, il pescatore abusivo che da trent'anni campa razziando quasi ogni giorno la fontana, famoso perché porta con sè una lametta con cui si sfregia se minacciano di fermarlo. L'utima volta a marzo di quest'anno lo hanno pizzicato con circa 600 mila euro, il ricavato della pesca di un giorno.