Con gli scarafaggi sul treno dei pendolari
Reportage Sul Velletri- Roma fra ritardi, sedili rotti e carrozze sovraffollate
Setutto va bene ci vuole un'ora per percorrere un tragitto di poco più di quaranta chilometri tra disagi di ogni genere. Sono le 7.26 quando saliamo sul convoglio che da Velletri ci porterà alla stazione Termini. I sedili sono quasi tutti occupati. Entriamo in un vagone. Sembra di stare in una cella frigorifero: nonostante sia finita da un pezzo la stagione estiva l'aria condizionata è accesa. La pedana per raggiungere il treno è troppo lontana: così la gente attraversa, nonostante il divieto, i binari. Altro malfunzionamento: i cinque bagni del treno sono tutti fuori uso. Finalmente si parte. Dieci fermate e poi si arriva nella Capitale. La linea ferroviaria per alcuni tratti è a binario unico: nelle stazioni di Cancelliera e Santa Maria delle Mole bisogna aspettare la coincidenza. Incontriamo un gruppo di ragazzi che viaggia su questa linea da oltre 15 anni. «I ritardi sono all'ordine del giorno» dice Marco Bastianelli. «Nelle carrozze la pulizia scarseggia e mi è capitato più volte di vedere persone uccidere scarafaggi e insetti». Arriviamo nella stazione di Santa Maria delle Mole, salgono decine di persone. I vagoni si riempiono fino all'inverosimile e alcuni pendolari devono rimanere in piedi, schiacciati vicino alle porte. «Più passano gli anni e più aumenta il numero delle persone ma nonostante questo le Ferrovie hanno soppresso alcune fermate sulle linee pomeridiane», spiega Nadia Botticelli, pendolare. «Lunedì 5 ottobre - racconta - ho atteso un'ora e trenta il primo treno utile che da Cancelliera mi portasse a Velletri, sono uscita dal lavoro alle 17 e sono arrivata a casa due ore dopo». Sul nostro vagone incontriamo anche Gianni Corsetti che fa parte del comitato pendolari treno Roma-Velletri. «L'incapacità di Ferrovie di gestire il servizio e la carenza strutturale della linea a binario unico con decine di passaggi a livello sono le carenze più gravi. Quando un treno ritarda o è soppresso - spiega Corsetti - non vieni informato». «Quando c'è un ritardo - aggiunge Cristina Crespi che da anni viaggia su questa linea - chi è più informato manda un sms agli altri amici». Finalmente arriviamo a Termini. Ci fermiamo dietro un altro treno in sosta. Cinque minuti di ritardo pù dieci per arrivare all'uscita della stazione.