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Sì alle riconversioni degli ospedali e più fondi per i policlinici universitari

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Ildisavanzo accumulato dalla Regione ha ormai una dimensione tale da mettere a rischio la stabilità stessa dell'istituzione regionale. Così rischiamo sia il black-out assistenziale sia l'aumento delle tasse. La nomina del Commissario Polverini è arrivata nel momento più difficile, dopo la politica dissennata del centrosinistra. Tuttavia va considerato che il Lazio è un caso unico in Italia perché, accanto a un livello qualitativo di assistenza simile alle regioni del Nord, ha una condizione particolare: la rete ospedaliera del Lazio è per poco meno della metà pubblica e per più della metà privata e privata classificata. A Roma, caso unico in Europa, ci sono ben cinque policlinici universitari di cui tre pubblici, con un bacino di utenza studentesco interregionale e nazionale. Tutto questo rende il sistema sovradimensionato. Si tratta, insomma, di un problema strutturale. Per questo il Piano di riordino della rete ospedaliera deciso dal presidente-commissario Polverini ha puntato su un nuovo modello, basato sull'integrazione dei presìdi pubblici, privati, religiosi classificati, superando la distinzione «ideologica» tra sanità pubblica e privata. Il programma di riconversione delle strutture va nella direzione giusta, anche perché migliorerà la sanità nelle province, chiudendo i piccoli ospedali che spesso mettono a rischio la salute dei cittadini. Per il futuro penso però anche a una mia vecchia proposta: ottenere dal sistema sanitario nazionale finanziamenti che coprano una quota dei costi dei policlinici universitari. Su questo mi sembra opportuno che la Polverini apra un confronto con i ministri Tremonti e Fazio. * Europarlamentare e vicecoordinatore del Pdl Lazio

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