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Al mercato le sue scarpe rubate

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Una ragazza in una boutique Vuitton

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Toglietemi tutto, non le mie scarpe. Una donna potrebbe riconoscerle a distanza di tempo e a qualunque latitudine. I topi di calzature sono avvisati. Per una donna scegliere quale calzatura indossare è un gesto intimo raramente casuale, la scelta esprime uno stato d'animo. Anche il tacco basso, a spillo, a zeppa o a rocchetto racconta qualcosa di chi lo indossa. Più che un accessorio le scarpe sono una seconda pelle. Per un paio di quelle alla moda le donne sono disposte a fare follie e, se collezioniste appassionate, soffrono in caso di furto e tornano a sorridere se le ritrovano. Esagerazioni? Domandatelo alla signora, da anni collezionista di calzature femminili di ogni genere e fattura, quando martedì mattina durante una sosta al mercatino in largo dei Colli Albani ha avvistato su un banco scarpe simili, anzi identiche, a quelle della sua collezione, trafugata tempo prima durante un furto nel box. Dopo averle osservate ripetutamente, prese in mano e controllate con maggiore attenzione e crescente emozione, ha capito di aver ritrovato parte delle sue amate calzature rubate su quella bancarella. Una telefonata alla polizia per chiedere accertamenti sulla provenienza della merce e l'immediato arrivo degli agenti del commissariato Appio Nuovo diretto da Elisabetta Bozzi, hanno tolto ogni dubbio alla signora. Infatti il gestore del banco, un giovane trentenne, dopo una serie di risposte vaghe ha infine indicato il deposito della merce in un magazzino di ferramenta a Monteverde. Ma le sorprese non erano finite. Nel deposito oltre a numerosi accessori sono state sequestrate 80 paia di scarpe e 50 borse che il titolare del negozio, un uomo di 67 anni, ha riferito aver a sua volta di aver acquistato nel mercatino di Porta Portese. Finale: entrambi sono stati denunciati per ricettazione mentre proseguono le indagini per scoprire gli autori del furto di scarpe e eventuali anelli della catena di una distribuzione di merce rubata. Una vera disdetta devono aver pensato i due commercianti ritrovatisi al centro della vicenda. Solo un uomo, infatti, non avrebbe potuto immaginare che delle scarpe femminili rubate potessero un giorno venire riconosciute dalla legittima proprietaria. Uomini che non conoscono le donne, verrebbe da dire. A differenza del film «La guerra dei Roses» dove l'oltraggio più grave del marito (Micheal Douglas) alla moglie (Kathleen Turner) è tagliuzzare tutti i tacchi delle sue calzature. Oppure alle scarpe di Manolo Blahnik che alcune preferirebbero al posto di un gioiello col rischio, come accaduto a Carrie (Sarah Jessica Parker) in «Sex end the City», di venire rapinata dei costosissimi sandali. Nella realtà basti ricordare le 6mila scarpe di Imelda, moglie del dittatore delle Filippine Marcos, sequestrate con la loro destituzione, e oggi esposte in un apposito museo quale monito futuro. Donne e calzature, una simbiosi formidabile a parte gli eccessi, capace di riempire scarpiere e far esclamare alla loro proprietaria: «Non ho quelle adatte al vestito». E fare finta di crederci.

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