Col nuovo piano sanità Più soldi e niente tasse

.Ed è forse questo il vero messaggio che vale, il giorno dopo la clamorosa protesta di alcuni sindaci del Lazio contro il nuovo piano di rientro varato dal commissario ad acta Renata Polverini. Che da una parte mette i puntini sulle "i", dall'altra inizia a parlare degli effetti positivi di una riforma non solo necessaria ma ormai improcastinabile. «Se dobbiamo speculare e strumentalizzare, sappiano che io lo so fare molto meglio di altri, ma io mi sto occupando di pagare quei lavoratori che voi non avete pagato. Basta strumentalizzare. Esigo rispetto - chiarisce la governatrice ad alcuni esponenti del Pd che ieri protestavano alla conferenza sul Porto di Anzio - La Regione ha 10 miliardi di debito e ogni anno si accumula un miliardo e 400 milioni e c'è da dire che l'amministrazione precedente ha svuotato un affido bancario di due miliardi nei primi tre mesi». Sul passato però occorre mettere un punto e andare, finalmente, a capo. La speranza è quella di vedere approvato il piano di rientro, per chiudere la lunga stagione del commissariamento e rimettere in moto il settore principe dell'economia e della politica regionale, quello sanitario. «Ricordo a me stessa che la Regione in questo momento non ha competenze sul suo sistema sanitario, io posso agire in quanto commissario ad acta di Governo. Dobbiamo recuperare le competenze e lo possiamo fare se questo piano passa. Da lì si aprirà un'altra stagione - assicura ancora la presidente del Lazio - Se l'esito del tavolo di verifica sarà positivo, si sbloccheranno i trasferimenti delle risorse, i fondi Fas per la copertura del debito, sblocchiamo il turn over, impediamo l'innalzamento delle addizionali e potremo anche lavorare sulle strutture pubbliche. Credo che dalla prossima settimana la sanità del Lazio cambierà». Ma per cambiare davvero serve confronto e concertazione, come ricorda il capogruppo del Pd alla Pisana, Esterino Montino che, in una lettera aperta alla Polverini avanza durissime critiche al piano ma alza anche la bandiera di pace. «Ti chiedo, senza polemica, di fermarti e riflettere. Si apra un confronto, si crei un tavolo istituzionale, si ascoltino i sindaci e insieme, entro 15 giorni, si trovi una soluzione condivisa e inclusiva».