Pranzo Bossi-Alemanno Sfida all'ultima forchetta
Il «trattato di pace» Alemanno-Bossi verrà siglato con qualche goccia di vino dei Castelli, (e non con l'acqua di Pontida) sotto uno dei 16 gazebi attrezzati in piazza Montecitorio. Il pranzo politico più originale degli ultimi decenni è previsto per le 12.30 di oggi, quando il Senatùr e Lupomanno si sfideranno forchetta alla mano. E dal menu proposto Roma già vince tre a zero. La Lega, infatti, proporrà soltanto polenta mentre il delegato del sindaco allo Sport, Alessandro Cochi, testaccino doc e il portavoce del primo cittadino, Simone Turbolente, con tanto di toque da chef, offriranno rigatoni con sugo di coda alla vaccinara, proposta anche come raffinato secondo piatto, cicoria romana, vino dei castelli e acqua rigorosamente «del sindaco». Il dessert, al momento non è previsto, ma non sono escluse sorprese dell'ultima ora. Così come l'atmosfera in piazza, dove l'opposizione in Campidoglio si è proposta polemicamente di cantare stornelli romaneschi. Al di là dell'ambiente trasformato, per motivi logistici e politici, da cena di élite in Campidoglio a Festa de' Noantri in piazza Montecitorio, l'incontro di oggi potrebbe segnare il passo. Se il menu culinario è all'insegna della tradizione, quello politico è tutto puntato verso il futuro. Non a caso, accanto a Bossi ci saranno anche il ministro Calderoli (organizzatore del pranzo "nordico") e, forse, anche Tremonti. Roma Capitale è il primo, cruciale punto. Entro novembre Alemanno vorrebbe portare a casa anche il decreto che stabilisce i nuovi poteri alla Capitale e cercare di rivedere il numero dei consiglieri capitolini, ridotti proprio da Calderoli da 60 a 48. Un «antipasto» già pesante, al quale far seguire i nodi (strettissimi) dell'introduzione dei pedaggi sul Gra e sulla Roma-Fiumicino e lo svolgimento di una tappa del Gran Premio a Roma. Un programma chiaro, quello di Alemanno, che rassicura le opposizioni scatenate sul pranzo con Bossi: «Alla Lega ci penso io, basta però che Roma sia unita. Se cominciamo a dividerci e a sparare a destra e sinistra, io n'do vado?».