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Droga, botte ed estorsione. Maxisequestro a Velletri

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Una delle unità immobiliari sequestrata, ubicata a Lariano, era intestata a Laura Ceglie, collaboratrice e prestanome della coppia. Il comandante dei carabinieri di Velletri, il capitano Marco Piras, lo aveva assicurato, il loro lavoro non si sarebbe fermato e quell'organizzazione criminale sarebbe stata punita violentemente. Ieri è stato quindi definitivamente chiuso il capitolo New Deal, quel "nuovo corso", inaugurato, secondo gli inquirenti, da Mattoccia dopo la morte di Luca De Angelis detto "il gommista". La banda gestita dal Mattoccia era responsabile, secondo l'accusa, di vari reati, il peggiore, quello dell'usura. Facile approfittarsi di commercianti, piccoli imprenditori e artigiani in difficoltà e offrire loro un aiuto economico per poi chiedere indietro il denaro a un tasso di interesse del 1000% annuo. A ogni rifiuto o titubanza seguivano botte, intimidazioni e minacce. Proprio la gravità del reato di usura ha fatto in modo, come spiegato anche dal Procuratore Capo di Velletri Silverio Piro, di procedere sulla scorta delle disposizioni contro la mafia, - Legge n. 565/1975 - quindi alla confisca dei beni. Concluse quindi le indagini su droga e usura, i militari del capitano Piras, sotto la supervisione del colonnello Rosario Castello e in stretta collaborazione con la Procura, hanno dato vita a indagini patrimoniali. Il tutto «partendo dal presupposto delle pressoché nulle entrate dichiarate negli anni dagli indagati». È stata quindi messa alla luce «l'evidente sproporzione tra il patrimonio posseduto e quanto guadagnato in modo lecito». Dall'inchiesta è anche emerso che Mattoccia e Amadio avevano intestato a terzi parte del loro patrimonio, pur restandone proprietari. Un modus operandi, secondo gli inquirenti, di organizzazioni ben più pericolose. Nonostante questi artifici non l'hanno però "data a bere" ai carabinieri che hanno ricostruito tutti i loro movimenti togliendo loro tutto quel lusso, conquistato sulle lacrime di tante persone oneste.

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