Polverini: "Gli ospedali io li apro"

Nessun esubero né nel settore pubblico né in quello privato. Il territorio non perderà un solo posto letto. Anzi, avrà più servizi a costi inferiori per la Regione. Risultato: le tasse non aumenteranno, il governo sbloccherà i 420 milioni di fondi Fas e i cittadini avranno una sanità migliore. Parole e pensiero della governatrice Renata Polverini, che, il giorno dopo la presentazione al governo del piano di riordino della rete ospedaliera, spiega il new deal per la sanità del Lazio. Presidente Polverini, cosa risponde a quei cittadini che oggi protestano per la riconversione di 24 ospedali? «Che saranno curati meglio. L'obiettivo è garantire a tutti i cittadini del Lazio una sanità migliore, con possibilità d'accesso più funzionali e percorsi personalizzati incentrati sulle reti delle specialità e sul potenziamento dell'offerta sul territorio: Rsa, hospice, diagnostica, laboratorio». In pratica come avverrà e che tempi avrà la riconversione dei posti letto, che comporterà anche l'adattamento di strutture e personale? «Con i privati abbiamo già avviato percorsi veloci di riqualificazione, anche per venire incontro alle loro esigenze. Per i privati che hanno perso posti di riabilitazione la riconversione sarà veloce e immediata. Non ci saranno esuberi. Per quanto riguarda il settore pubblico i tempi saranno più graduali per consentire l'ammodernamento di strutture che erogheranno prestazioni d'eccellenza. Non possiamo permetterci Rsa pagate come specialità. Voglio poi precisare una cosa: 2.500 posti letto nel Lazio sono nulla, le strutture hanno perso individualmente poche degenze. L'impatto è irrisorio, ma così ai 7.000 già esistenti aggiungeremo altri 2.500 posti di Rsa. E gli ospedali riconvertiti sono stati tutti bocciati dai cittadini: si tratta di strutture dove già non andavano». Qual è il suo modello di sanità alla luce del piano presentato al governo? «Questo piano è solo il punto di partenza. Da oggi inizia un percorso di ammodernamento della sanità in cui tutti saranno coinvolti, anche i sindacati. Per la prima volta miglioriamo l'offerta sanitaria facendo quadrare i conti. Si passa all'assistenza integrata, è l'inizio di un percorso che mette al centro la persona e la salute. Ogni cittadino, grazie al sistema delle reti avrà a disposizione prestazioni di alta specialità. Certo, pur avendo rinegoziato le scadenze, il governo ci ha imposto comunque tempi rigidi, ma dobbiamo considerare da dove siamo partiti e dove siamo arrivati». E dove? «Con la centrale unica degli acquisti risparmieremo in tre anni 900 milioni, senza contare i 300 già risparmiati con i decreti di maggio. Contiamo di chiudere l'anno portando per la prima volta il deficit da 1,4 miliardi a 900 milioni. E con lo sblocco dei 420 milioni di fondi Fas conseguente all'approvazione del piano...» Cosa si potrà fare? «Il sistema ripartirà, perché il governo sbloccherà i trasferimenti e cadranno quei paletti che ci impone, come il veto per la costruzione di nuovi ospedali. Potremo pagare i fornitori e magari concludere qualche transazione, anche se voglio precisare che per la prima volta siamo riusciti a evitare qualsiasi contenzioso, grazie all'accordo coi classificati. E conto, magari ricorrendo al project financing, di avviare i lavori per tre nuovi ospedali: Policlinico dei Castelli ad Ariccia, Ospedale del Golfo a Gaeta e Anagni. A dicembre apriremo poi il nuovo ospedale di Frosinone. Gli impegni coi cittadini si mantengono, anche se sono stati presi da altre amministrazioni». E Monterotondo? «Spero di poter venire incontro a tutte le esigenze dei territori...» Ha detto che avrebbe effettuato i primi accorpamenti delle Asl entro dicembre. A che punto siamo? «I tempi rigidi per la presentazione del piano al governo ci hanno fatto rallentare. Ma le Asl saranno accorpate quanto prima. Certo, è impossibile farlo senza il piano. Per quanto riguarda le macro-aree sono state ipotizzate tenendo in considerazione vari requisiti, come infrastrutture, facilità di accesso. L'obiettivo è creare per ogni cittadino un percorso guidato che vada dall'alta specialità ai servizi sul territorio e all'assistenza domestica. Il cittadino così potrà avere tutte le risposte senza dover andare a curarsi in altre regioni, come spesso accade». E i manager delle Asl? «Per legge le Asl non sono mai senza guida. Ora che ho presentato il piano provvederò a nominare quanto prima i nuovi manager che dovranno eseguire i decreti. Chi accetterà di guidare le aziende dovrà esserne consapevole». Molti esponenti del Pdl hanno criticato il suo piano. Penso a Fiorito, Del Balzo, Cusani, Iannarilli. «Rappresentano le esigenze del territorio. Ne teniamo conto: ad esempio, non abbiamo riconvertito Colleferro, unico presidio in una zona industriale. In ogni caso, stiamo agendo in regime di commissariamento con i tempi imposti dal Patto per la salute. Ora basta polemiche, da oggi inizia una nuova fase».