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Anche il vaccino antinfluenzale contribuisce a tagliare la spesa

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L'influenza ci metterà a letto in anticipo. E in anticipo dovrà essere giocata la partita della prevenzione. Per non ammalarsi. Ma anche per non pesare sulla riconversione degli ospedali. A dirlo sono i medici di famiglia di Roma e Lazio, che ieri hanno chiesto una «celere consegna dei vaccini», nel giorno in cui il Ministero della Salute ha annunciato la partenza della «campagna di vaccinazione per la stagione influenzale 2010-2011», che ha dettato i tempo: «l'offerta vaccinale» sarà «entro e non oltre il mese di ottobre» come scritto nella circolare del 27 luglio scorso. Tanta fretta «Ci hanno detto che quest'anno il picco arriverà prima rispetto agli anni passati, già entro dicembre, ma ancora non ci hanno fatto sapere niente» spiega Pierluigi Bartoletti, segretario regionale Fimmg, la Federazione dei medici di famiglia, che ricorda che per assicurarsi una buona copertura bisogna vaccinarsi almeno «tre settimane prima». Contando i giorni, il tempo c'è. Eppure, per Bartoletti, stringe. «C'è una trafila - dice -, i vaccini non arrivano con lo schiocco delle dita. E ad oggi nessuna comunicazione è ancora arrivata. Noi abbiamo inviato le lettere di richiesta delle dosi che ci servono alle Asl di appartenenza. Queste poi devono inoltrarle alla Regione e poi c'è il viaggio di ritorno. I vaccini devono essere inviati al deposito di riferimento, i frigoriferi del San Camillo, e poi smistati alle Asl che a sua volta ce li recapitano». Serve tempo, insomma. E con l'influenza che incalza, ecco il perché si deve fare presto. I motivi per farlo Quest'anno c'è una ragione in più per vaccinare. «La vaccinazione assume un'importanza maggiore perché - spiega ancora Bartoletti - con la ristrutturazione in atto nella Regione Lazio per il piano di rientro dal deficit sanitario calerà ulteriormente la ricettività delle strutture ospedaliere. E quindi la prevenzione assume una maggiore importanza, perché se non si prende l'influenza non si incorrerà nelle complicazioni che potrebbero rendere necessario un ricoverio». Con un enorme risparmio per la spesa sanitaria. Il record Da molti anni ormai siamo tra le regioni che vaccinano di più, circa il 70% della popolazione anziana, quasi 1 milione di persone, e 200 mila a rischio. Ma sui timori dei medici pesa un po' anche «il ricordo del ritardo dell'anno scorso nella consegna dei vaccini per l'influenza H1n1, la cosiddetta suina» dice Bartoletti. Che vaccino sarà «Coprirà i tre ceppi che girano in contemporanea: H1n1, la suina che tanto ci ha inutilmente preoccupati l'anno scorso, l'Australiana e una forma di influenza B, la più innocua» spiega Maria Corongiu, vice segretario regionale Fimmg. Gli studi sono già pieni. Ma chi sta male non ha l'influenza. «Adesso circolano virus sinciziali, adenovirus, rotavirus, coronavirus tipici dei cambi di stagione che danno origine a febbri, malesseri, disturbi gastrointestinali - conclude Corongiu - il picco c'è stato nei giorni scorsi, ma ci aspettiamo che aumenti con l'abbassarsi delle temperature».

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