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La prima riunione dei minisindaci fa flop

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Neancheun terzo. Sono i presidenti dei Municipi che hanno partecipato ieri mattina in Tredicesimo alla prima seduta della commissione Riforme istituzionali per Roma Capitale. Una commissione speciale nata proprio per dare ai minisindaci la possibilità di partecipare, come hanno sempre richiesto, al futuro assetto amministrativo della città. Eppure solo poco più del 30% dei presidenti municipali si è preoccupato di intervenire al dibattito. In sei hanno voluto iniziare a ragionare sul decreto del 17 settembre scorso che prevede entro sei mesi la riduzione dei Municipi da diciannove a quindici. In una prima riunione così importante si sono resi disponibili solo quattro minisindaci di centrosinistra (su undici) e appena due di centrodestra (su otto). Presenti da una parte Giammarco Palmieri (VI), Susi Fantino (IX), Gianni Paris (XV) e Fabio Bellini (XVI), dall'altra Daniele Giannini (XVIII) e naturalmente il padrone di casa Giacomo Vizzani. C'era anche il presidente del Consiglio del XII, Marco Cacciotti, ma in qualità di semplice ascoltatore. Molti di coloro che hanno dato forfait, a fronte della convocazione inoltrata dieci giorni fa, non si sono nemmeno preoccupati di avvisare. «Sono veramente dispiaciuto di queste assenze - ha detto Francesco Smedile, presidente della commissione – C'è bisogno di proposte e non di proteste». Ma a detta di Gianni Paris, la mancata partecipazione degli altri minisindaci di centrosinistra non ha motivazioni politiche: «Non ci sono semplicemente perché avevano altri impegni». Durante la seduta, i pochi presenti hanno espresso «perplessità riguardo al futuro della città e all'indebolimento dei poteri dei Municipi». Con Roma Capitale sembra verrà meno la delibera sul decentramento di Ostia approvata lo scorso novembre.

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