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A galla due giorni, Mose salvato dai carabinieri

Il cane Mosè con uno dei suoi salvatori

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L'hanno chiamato Mosè perché lo hanno salvato dalle acque. È un cane di 7 anni gettato nel Tevere da chi voleva sbarazzarsene. Per due giorni ha galleggiato nel fiume, aggrappato al ramo di un albero. A salvarlo sono stati i carabinieri del nucleo subacqueo guidato da Renato Solustri. Mosè ha resistito alla corrente, al freddo, ai topi, sperando che qualcuno s'accorgesse di lui. È stata una socia del Canottieri Flaminio a dare l'allarme. Dopo vane richieste di intervento è bastato chiamare il 112 e sono i soccorsi. I militari con la muta si sono tuffati e salvato il cane tra gli applausi della folla. Ora è allo Zoospedale dove è stato portato da una signora che ha deciso di adottarlo. «È arrivato in stato di ipotermia, è sotto flebo. Aveva una fame da lupo», dice il veterinario Marco Varano. Speriamo che Mosè ce la faccia, visto che dopo abbandono e patimenti ha finalmente trovato l'affetto di un vero padrone.

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