Tempi magri per i manager d'oro
Li chiamano «manager d'oro», figure spesso più politiche che tecniche chiamate alla guida delle aziende capitoline. Qualcosa però sta cambiando. E nell'attesa del primo gennaio, quando entrerà (probabilmente) in «servizio» la super holding del Campidoglio, e il piano di riassetto delle 106 società comunali inizierà a prendere forma, presidenti e amministratori delegati avranno già buste paga più leggere. Un segnale importante, annunciato ieri dal sindaco Alemanno con la preparazione di una delibera ad hoc per l'introduzione di un «tetto» che dovrebbe arrivare a circa 350 mila euro «tutto compreso». Si cancellano così quei «premi di produttività» o «raggiungimento degli obiettivi» che, tradotti in soldoni, valgono decine di migliaia di euro. Il primo a subire la «sforbiciata» è stato Franco Panzironi. Amministratore delegato di Ama e presidente di Roma Multiservizi si è infatti dimesso da quest'ultima carica «rinunciando» così ai 165.187 euro di emolumenti. Si consolerà, comunque, con i restanti 70.293 euro per l'incarico di amministratore delegato di Ama e 309.807 euro come dirigente della stessa azienda. Ma se Panzironi ha rinunciato comunque a una parte del suo stipendio, Adalberto Bertucci, amministratore delegato Atac dovrà fare molto di più. Lasciare l'ambita poltrona, da sempre tra le più pagate, e dunque la consulenza presso la stessa azienda di circa 200 mila euro: «Sulla quale il collegio sindacale sta verificando da tempo la legittimità - ha precisato Alemanno - da settembre a Bertucci sono stati bloccati i pagamenti». Tuttavia le voci sulle dimissioni di Bertucci girano nei corridoi da prima dell'estate. E se Alemanno sostiene che «ha gestito bene la fase della fusione. Ora c'è bisogno di una gestione che realizzi un piano industriale conseguente alla fusione», c'è chi invece punta il dito sulle assunzioni fatte. Ma l'attenzione è rivolta ora al papabile successore. Il totonomine punta su Francesco Forlenza (ex capo del personale di Fs), Paolo Ripa (dirigente Ntv di Montezemolo) e Carlo Tosti (dalla multinazionale Bombardier). Ma il più «gettonato» resta Luigi Legnani, attuale presidente Atac, già ad di Le Nord, le ex ferrovie Nord Milano. Ma siamo sicuri che questi manager scenderanno sotto i 400 mila euro l'anno per gestire una società che chiuderà il 2010 con 131,7 milioni di euro?