Piscine vietate, arrivano i rimborsi
Iromani non potranno ancora utilizzare gli impianti del circolo sportivo Aquaniene. È arrivato un altro no alla riapertura delle piscine dei Parioli. Il Tribunale del Riesame ha infatti stabilito ieri che il circolo deve restare sotto sequestro, respingendo così il ricorso presentato dai legali del circolo e accogliendo quindi la richiesta formulata dal magistrato che indaga sui Mondiali di nuoto Roma 2009, il pubblico ministero Sergio Colaiocco. I giudici hanno dunque confermato l'impianto accusatorio, secondo il quale sarebbero state commesse irregolarità in vista della manifestazione sportiva. Un'accusa respinta fin dal primo giorno dal numero uno dell'impianto, Giovanni Malagò. Il presidente, infatti, sostiene che non è stato commesso alcun illecito e per di più che il circolo è comunale e non privato. «C'è tanta amarezza per quello che sta accandendo - ha detto Malagò - soprattutto per gli utenti, per gli atleti e per i lavoratori. Per ora molti atleti si trovano in albergo oppure nella foresteria dell'Acquacetosa, ma è una situazione che comunque non può andare avanti. In settimana sarà presentata un'istanza al gip e speriamo nella decisione del giudice». L'avvocato del circolo, il penalista Carlo Longari, non ha ancora potuto leggere le motivazioni del Riesame. «Il circolo tutelerà comunque tutti gli iscritti del circolo», ha sottolineato l'avvocato. «A chi ne farà richiesta verrà rimborsata la quota persa durante il periodo di chiusura del circolo - ha inoltre affermato il presidente Malagò - e a chi non ne farà richiesta invece sarà allungato il periodo di iscrizione equivalente al periodo della mancata possibilità di utilizzare l'impianto sportivo». Insomma, da parte dei vertici dell'Aquaniene c'è la massima disponibilità a venire incontro sia agli iscritti, sia ai soci. Il circolo è sotto sequestro dallo scorso 4 agosto, in seguito al provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari Donatella Pavone, ma è ufficialmente chiuso dal 4 settembre: la magistratura aveva infatti concesso 30 giorni di tempo per chiudere l'impianto. Nei giorni scorsi sono scesi in campo anche diversi atleti del nuoto per chiedere che venisse riaperta la struttura sportiva dei Parioli. Una richiesta fatta durante un sit-in, al quale ha partecipato, tra gli altri, anche la campionessa Federica Pellegrini.