Il ministero manda «in pensione» lo spazzolino manuale: meglio quello elettrico
Presentandosabato scorso a Roma le nuove linee guida nazionali per la promozione della salute orale al meeting dell'Accademia di studi di odontostomatologia «Il Chirone», organizzato dalla professoressa Gianna Maria Nardi, il dicastero della Sanità ha elencato nove raccomandazioni per la corretta igiene dentale. Una specie di guida al molare sano, che dovrebbe essere seguita responsabilmente da pazienti, dentisti e tecnici. E tra queste, oltre alle indicazioni più generiche come usare dentifrici di avanguardia al fluoro o non fare troppi spuntini durante il giorno, è spuntata anche la «beatificazione» dello spazzolino elettrico. Nel convegno, organizzato insieme all'università della Sapienza e all'Umberto I, si è fatto accenno a studi scientifici internazionali, validati anche da alcuni organismi di controllo come la non profit Cochrane, che supportano la tesi del ministero. Una rivelazione che spedisce virtualmente in soffitta, o, almeno, in un cassetto, lo spazzolino manuale. Quello che non si deve mai togliere dalla valigia. Quello che ci regalava un sorriso splendente, ma con un po' di fatica. Il primo ad essere prodotto in serie negli Usa, nel 1885, aveva manico in osso e setole di cinghiale siberiano. Niente male: chi ha almeno 50 anni potrebbe ricordarsi quelle spazzole gialle e apparentemente non molto igieniche. Il moderno nylon è del 1938, ma l'elettrico è poco più giovane: è stato introdotto negli Usa nel 1959. E domani potrebbe rimanere soltanto lui.